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Non solo caffè, le macchine delle capsule conquistano vino, cocktail e birra. Le nuove startup tecnologiche sul mondo delle capsule sono state presentate al Ces, la più importante fiera di elettronica di consumo, di scena a Las Vegas

Non solo caffè, le macchine delle capsule conquistano cocktail, vino e birra. Le nuove startup tecnologiche sul mondo delle capsule sono state presentate al Ces, la più importante fiera di elettronica di consumo di scena a Las Vegas.
Il settore delle capsule più sfruttato ovviamente è quello delle bevande. Come il vino con D-Vine della francese 10-vins: qui i flaconi di vini prestigiosi come Châteauneuf-du-Pape 2011, Chassagne Montrachet 2013, Nuits-Saint-Georges 2010 ed altri ancora, vanno inseriti in un parallelepipedo nero, il cui scopo è ossigenare la bevanda e servirla alla temperatura corretta nel calice sottostante. Solo che il decanter tecnologico costa 499 euro e le fiale da 5 a 10 euro l’una per 10 centilitri di vino. E anche se qualcuno potrebbe obiettare che l’apparecchio toglie un bel po’ di piacere all’idea conviviale di mescere il vino tra amici, i fondatori di questa startup appena entrata in produzione sono convinti di poter sfondare, soprattutto sul mercato americano dove magari la cultura del vino non è così radicata come in Europa.
L’americana PicoBrew, invece, è partita già 5 anni fa con il progetto di “diventare per la birra, seppure con tempi di preparazione diversi, quello che Nespresso è stato per il caffè, permettendo agli appassionati di farsela in casa”. Il fermentatore hi-tech Pico, disponibile a maggio, costa 699 dollari, riesce a preparare 5 litri in una sola volta. Più che dalle macchine però la società spera di guadagnare dai Pico-pak, pacchetti pronti con diverse miscele di tutto il mondo che saranno disponibili a 19 dollari.
Se farsi la birra senza tecnologia è macchinoso, è altrettanto complesso prepararsi un cocktail. Almeno così la pensano i creatori della startup canadese Bartesian, che offrono a 299 dollari l’omonima macchina: a riempire gli appositi alloggiamenti con vodka, gin, tequila e rum, ci pensa il cliente, mentre la società fornisce capsule che contengono già gli ingredienti per un Cosmopolitan, un Sex on the Beach, un Margarita e via bevendo (a 20 dollari per il pacco da 12). Poi basterà la pressione di un pulsante per avere il cocktail servito in pochi secondi.
Ai 3 miliardi di bevitori di tè punta, invece, Teforia (799 dollari), che lancia una macchina per fare il tè che si può comandare anche via app e permette di tenere sempre sotto controllo temperatura dell’acqua e tempo di infusione per ogni particolare miscela, dosando sapore e quantità di teina.
Fuori dal regno delle bevande, invece, si avventurano in pochi: Sensorwake (89 dollari) ha tra i partner Google e produce l’omonima sveglia che ha vinto il premio per l’innovazione al CES, perché permette di ridestarsi con aromi di espresso, croissant, cioccolato o i più fantasiosi bagnasciuga e giungla: venduti in cartucce da 2 a 10,90 dollari, durano 30 giorni e si possono anche usare insieme.

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