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“NON TOCCATE L’IVA SULLA RISTORAZIONE SOCIALE, CIOÈ SUI PASTI NELLE SCUOLE E NELLE AZIENDE. PRIMA, SEMMAI, PAGHI CHI È SEMPRE STATO ESENTE FACENDO CONCORRENZA SLEALE, COME CIRCOLI, SAGRE E COSÌ VIA”. A DIRLO LA FIPE-CONFCOMMERCIO

“Non toccate l’Iva sulla ristorazione sociale, cioè sui pasti nelle scuole e nelle aziende”. È il “j’accuse” di Fipe-Confcommercio, sulle indiscrezioni di eventuali ritocchi dell’aliquota più bassa, cioè quella applicata anche ai pasti serviti nei luoghi frequentati da studenti e lavoratori. “Esistono attività di ristorazione specifica la Fipe - come quelle di circoli privati, c sagre e feste di partito che sono esenti da Iva e da imposte dirette. Pertanto, prima di ipotizzare un aumento di qualsiasi aliquota sarebbe bene far pagare l’imposta sul valore aggiunto a chi ne è del tutto esente, mettendo fine a disequilibri sociali e concorrenza sleale nel mercato”. Fipe fa notare come un eventuale aumento dell’aliquota del 4% sulla ristorazione scolastica e dei dipendenti pubblici andrebbe a gravare sui bilanci dei Comuni o di altre amministrazioni.

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