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NONOSTANTE LA CRISI NON SI RINUNCIA AL MADE IN ITALY SULLE TAVOLE MONDIALI: NEL 2011 IL MASSIMO STORICO E, PER LA PRIMA VOLTA, SI PASSA QUOTA 30 MILIARDI NELL’EXPORT (+8%) SUPERIORE A VOCE “AUTOVETTURE, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI”

Nonostante la crisi non si rinuncia al Made in Italy sulle tavole mondiali che anzi raggiunge nel 2011 il massimo storico oltrepassando per la prima volta quota 30 miliardi nelle esportazioni (+8%) superiore alla voce autovetture, rimorchi e semirimorchi ferma a 25 miliardi. Emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base degli andamenti registrati dall’Istat nel commercio estero agroalimentare nel 2011, dalla quale si evidenziano peraltro numerose curiosità come la crescita boom del 19% nell’export della birra italiana in Gran Bretagna o del 20% del formaggio in Francia.

Le performance positive registrate sui mercati internazionali dal settore piu rappresentativo dell’economia reale dimostra che il Paese può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l’identità, la cultura e il cibo” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “l’agroalimentare e una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo”.

A crescere all’estero - sottolinea Coldiretti - sono stati i settori piu tradizionali del Made in Italy come i formaggi, a partire da grana e parmigiano reggiano che sono i piu esportati con una crescita del 21% ma anche il vino (+12%), l’olio di oliva (+9%), la pasta (+8%), i prodotti da forno (+7%) e di salumeria (+7%). Se il comparto più dinamico - continua la Coldiretti - è quello dei formaggi e latticini, che nel complesso fanno segnare un successo del +15% per l’aumento delle vendite all’estero dovuto, oltre che al grana padano e parmigiano reggiano (+21%), anche al gorgonzola +13% e al pecorino, in ripresa con l’8% dopo una difficile crisi. Stabile - precisa la Coldiretti - il comparto frutticolo, dovuta soprattutto alle mele (+22%) che hanno controbilanciato il forte calo delle esportazioni di frutta estiva e agrumi mentre fortemente negative sono state le esportazioni di ortaggi (-8%), colpite ingiustamente anche dalla psicosi ingiustificata generata dal batterio killer.

Tra i principali Paesi di destinazione dell’agroalimentare tricolore si sono verificati aumenti in valore verso la Germania (+5%), la Francia (+9%) e il Regno unito (+3%), con un incremento medio nella Unione Europea del 6 per cento. Crescono, però, a ritmi molto più sostenuti - conclude la Coldiretti - le richieste nei Paesi extraeuropei (+15%), tra i quali spicca soprattutto il ruolo degli Stati Uniti (+10%) ma va segnalato anche il boom del vino italiano in Cina con una crescita del 65%.

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