Nuove geografie e interconnessioni tra ecosistemi: è il tema della “Festa degli Orti in Condotta Slow Food” n. 14 che, come consuetudine, si celebra l’11 novembre, in concomitanza con la festa di San Martino, che è storicamente il “Capodanno Agrario”. Una giornata che Slow Food dedica a studenti e insegnanti di tutte le scuole che prendono parte a “Orto in Condotta”, lo storico progetto educativo lanciato dall’associazione della Chiocciola a metà anni Novanta negli Stati Uniti e approdato in Italia nel 2004. All’edizione 2021 della Festa degli Orti in Condotta Slow Food partecipano 970 classi di 232 scuole di ogni grado (da quelle dell’infanzia fino alle secondarie) per un totale di oltre 20.000 alunni.
“Anche quest’anno torniamo a festeggiare l’orto il giorno di San Martino, quando i contadini tradizionalmente “rinnovano” la terra bruciando le sterpaglie rimaste dell’orto estivo: una forma di rigenerazione, e di rigenerazione sentiamo tutti un profondo bisogno” commenta Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia. “Oggi più che mai l’orto è un luogo necessario: il luogo del connubio tra bellezza e utilità, dove si impara la cura, si scopre la biodiversità e si diventa consapevoli dell’impatto che le nostre azioni hanno sul vivente - prosegue Nappini - quest’anno le interconnessioni tra gli ecosistemi sono il tema scelto: un modo per evidenziare che di questi ecosistemi facciamo parte anche noi, degli orti che coltiviamo, delle città o delle campagne che abitiamo, delle comunità a cui apparteniamo; per questo le relazioni che stabiliamo col vivente negli ecosistemi sono il nostro patrimonio più essenziale e di queste, prima che di ogni altra cosa, è necessario prendersi cura”.
L’argomento scelto per l’edizione 2021 della “Festa degli Orti in Condotta”, spiega Slow Food, può apparire lontano dal vissuto quotidiano di ciascuno di noi, ma in realtà non lo è affatto. Parlare di nuove geografie e delle interconnessioni tra diversi ecosistemi, infatti, significa semplicemente scegliere di guardare alla realtà del nostro pianeta da un punto di vista diverso da quello consueto: pensiamo che la Terra non sia la somma di Stati separati da confini, ma un globo fatto di suoli, acqua, aria, esseri viventi e molto altro. In una parola: di ecosistemi. Foreste, montagne, città, fiumi, colline, mari, savane, laghi, altipiani: sono tutti ecosistemi. E sono tutti dipendenti gli uni dagli altri: se intacchiamo le risorse del mare, ad esempio, le conseguenze le patiremo anche sulla costa; se coltiviamo in modo intensivo, ricorrendo a erbicidi e pesticidi, gli impollinatori soffriranno; se scompaiono le api, gran parte delle colture che siamo abituati a mangiare spariranno per sempre. Insomma: il nostro pianeta è caratterizzato da fenomeni legati gli uni agli altri.
Per scoprire i rapporti di causa-effetto che legano luoghi del mondo lontani e diversi come il deserto e le foreste, le cime più alte e le profondità degli oceani, Slow Food ha pensato a molte attività da svolgere in classe e nell’orto. Ogni classe ha ricevuto un kit con il materiale utile a svolgere le attività didattiche: innanzitutto le tessere del gioco del domino degli ecosistemi, lo strumento scelto per introdurre agli alunni le nuove geografie e le interconnessioni tra diversi ecosistemi. Il gioco, pensato da Slow Food e realizzato da Leonardi Wood con il legno (certificato Fsc) ottenuto dalle piante abbattute dalla tempesta Vaia che nel 2018 ha spazzato il Triveneto, contiene le tesserine dei quattro ecosistemi: quello acquatico, le città, le terre alte (cioè colline e montagne) e le terre basse (ovvero le pianure).
Perché proprio il gioco del domino? Perché è il modo più immediato per comprendere che, su questo pianeta dove ogni ecosistema è legato agli altri, basta davvero una pedina per far crollare tutto. E che, perciò, occorre agire con delicatezza, salvaguardando il fragile equilibrio della Terra. Nel kit, però, non c’è soltanto il gioco del domino: ogni classe ha ricevuto una confettura o una marmellata siciliana prodotta dall’azienda Terre di Carusi di Scillato (tra cui quella delle albicocche di Scillato Presidio Slow Food), un modo gustosissimo per ribadire la splendida complessità (o, meglio, biodiversità) che ci circonda: la Sicilia, benché sia un’isola, non è soltanto un ecosistema marino. Non manca, infine, l’ingrediente da usare nell’orto: i kit contengono un pacchetto di tisane alla camomilla prodotte da Valverbe e una scheda tecnica utile a conoscere le proprietà della pianta. La prima attività della giornata che le ragazze e i ragazzi - guidati dai docenti - sono chiamati a svolgere è … buonissima e rilassante: degustare l’infuso! Subito dopo, il compito che li aspetta è nell’orto scolastico: gli alunni semineranno i semi della camomilla (oppure l’intera bustina che li contiene, che è biodegradabile) e nel corso dei mesi potranno scoprire se dai capolini utilizzati nelle bustine nasceranno delle piantine di camomilla oppure no. Oltre alle bustine di camomilla, ogni classe ha ricevuto anche alcuni semi di piante amiche degli insetti impollinatori, quelli che con il loro instancabile lavoro volano da un fiore all’altro favorendo l’impollinazione e, di conseguenza, lo sviluppo di tante colture fondamentali per la vita dell’uomo. Settimana dopo settimana, ragazze e ragazzi di ogni età potranno vedere i progressi di ciò che hanno seminato.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024