Quello della contraffazione di prodotti gastronomici simbolo di italianità, è ormai un fenomeno tutt’altro che insolito: sempre di più si trovano prodotti, che usando colori, parole, simboli e dicitura, rimandato a un’italianità falsa. Solo ultimo di una lunga fine di esempi, è quello di migliaia di confezioni di sugo contenenti “parmesan” contraffatto, intercettate dall’Autorità doganale di Genova, per sospetta violazione della Dop e dei segni distintivi del Consorzio. Dopo tempestivi controlli, il Consorzio ha accertato che il prodotto - 7.560 confezioni di sugo proveniente dalle Filippine e recante in etichetta la scritta “Spaghetti sauce plus Parmesan Cheese” - non conteneva affatto Parmigiano Reggiano Dop. Vista la gravità della situazione, e il fatto che non si tratta certo del primo caso, il Consorzio ha depositato un ricorso cautelare al fine di ottenere un provvedimento che inibisse alla controparte ogni produzione, promozione, vendita, importazione, esportazione, incluso online e sui social media, dei prodotti in violazione della DOP nonché ordinasse il loro immediato ritiro dal commercio, accettata dal Tribunale di Milano. Si tratta di un precedente estremamente importante per la DOP Parmigiano Reggiano che, applicando così anche in Italia i principi delineati dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea sulla questione “Parmesan”, ha nuovamente ribadito l’illiceità dell’uso di tale nome per designare genericamente un formaggio a pasta dura che, con il Parmigiano Reggiano genuino, non ha nulla a che vedere.
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