Italiani, popolo di tecnomaniaci e buongustai. Assioma moderno, che ha sostituito quello di “santi e navigatori”, e che si riflette alla perfezione nella classifica dei “The Most Influential Brands 2018”, curata da Ipsos. Secondo cui i marchi che influenzano di più la vita degli italiani sono, nell’ordine, Amazon, Google, Whatsapp, PayPall e Facebook. I brand dell’alimentare escono dalla “top 10” (completata da Apple, Microsoft, Youtube, Samsung e Ikea), ma sono comunque quasi 40 le marche legate, in qualche modo, alla tavola. La prima in assoluto è Nutella, prodotto icona dell’industria dolciaria italiana, al n. 12, seguita dal Parmigiano Reggiano al n. 13, primo marchio di un prodotto Dop dell’agroalimentare italiano in classifica. A seguire, al n. 15, il leader della pasta italiana, Barilla, davanti al n. 17 da un altro formaggio a denominazione famosissimo, il Grana Padano Dop. Al n. 18 c’è Ferrero, seguito al n. 19 dal Mulino Bianco e al n. 21 da Kinder. Posizione n. 24 per il colosso delle bevande Coca-Cola, mentre la n. 27 c’è il primo marchio della Gdo, Lidl, davanti di una posizione a Coop, al n. 28. Posizione n. 32 per il brand di caffè Lavazza, mentre al n. 34 c’è l’azienda simbolo del fast food, Mc Donalds. Nelle prime 50 posizioni anche Nespresso (n. 44), Birra Moretti (n. 46), Esselunga (n. 48), e al n. 49 Parmalt. A completare la top 100, tante altre marche che, in qualche modo, sono legate a quello che finisce nei nostri piatti e nei nostri bicchieri: da Nescafè a Galbani, da Granarolo a Rana, da Buitoni a Mutti, da Star a Carrefour, da Heineken ad Aperol, da Eataly a Red Bull, da Campari a Illy, da Martini a Kimbo, da San Pellegrino a Ceres ed Autogrill.
Una presenza forte, dunque, “grazie al grande valore che in Italia si attribuisce ancora al settore alimentare e la capacità di tali brand, si pensi a Nutella, Parmigiano Reggiano, Ferrero, Barilla, Grana Padano, nell’aver costruito negli anni un forte legame identitario (e nazionale) con i consumatori. Non a caso questi brand performano in maniera molto alta sulle dimensioni del Trustworthy (fiducia e affidabilità) e della Corporate Citizenship (impegno e ruolo sociale)”, spiega Ipsos.
A a livello mondiale il “Parmigiano Reggiano il primo marchio DOP al mondo per influenza”, commenta il Consorzio, del celebre formaggio italiano. Inoltre, a livello italiano, se si considera il target specifico dei boomer (persone di età compresa tra i 52 e i 70 anni: in Italia sono 15 milioni), il Parmigiano Reggiano è saldamente nella “Top ten” dei brand più influenti: per l’esattezza si colloca in quinta posizione, primo marchio food in assoluto e prima Dop al mondo.
Sono due, in particolare, i fattori che contribuiscono a determinare l’influenza del Re dei Formaggi: “Trustworthy”, concetto che in italiano si può rendere con fiducia (il consumatore si fida del brand, crede in quella marca e presta quindi attenzione a ciò che comunica. Inoltre, è disponibile a parlarne bene agli altri), e “Corporate Citizenship”. In altre parole, al Parmigiano Reggiano si riconosce di essere molto più di un semplice prodotto: esprime e ispira una serie di valori, “giocando” quindi un ruolo attivo nella società.
Dallo studio di Ipsos emerge che, per i consumatori italiani, il Parmigiano Reggiano è una marca “di cui mi fido” (60%, a fronte di una media nazionale del 23%), “che uso abitualmente” (65%, contro una media italiana del 23%), “cehe mi fa sentire italiano” (65% vs 14%) e “che è responsabile per l’ambiente” (per un intervistato su quattro).
Esprime soddisfazione Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano: “anche nel 2018 siamo tra i marchi mondiali più apprezzati e ci confermiamo il primo brand in assoluto tra i prodotti DOP: i consumatori italiani riconoscono - e premiamo - l’unicità del Parmigiano Reggiano, che è il frutto della sua assoluta naturalità, dell’artigianalità della lavorazione - un “saper fare’ che si tramanda da un millennio di generazione in generazione - e di un legame inscindibile con il territorio. Il tutto basato su un disciplinare di produzione che non è mai sceso a compromessi. I risultati della ricerca “The Most Influential Brands 2018” curata da Ipsos testimoniano anche il successo delle azioni di riposizionamento del brand messe in atto dal Consorzio, proprio con l’obiettivo di far percepire ai consumatori i plus del Parmigiano Reggiano DOP. In particolare, il 2018 rappresenta un anno record per gli investimenti promozionali in pubblicità, in attività di marketing e in pubbliche relazioni, per lo sviluppo della domanda in Italia e all’estero: il Consorzio ha programmato investimenti per 20,3 milioni di euro, 7 in più rispetto allo scorso anno”.
Un altro fattore di interesse che emerge dalla classifica di Ipsos è la percezione del Parmigiano Reggiano non come semplice prodotto bensì come stile di vita - continua dal Direttore Riccardo Deserti . È il concetto riassunto nel claim “alimento della vita”: il Re dei Formaggi, prodotto italiano, genuino, naturale e buono, accompagna il consumatore in tutti i momenti della sua giornata ed è un perfetto alleato per la salute e il benessere psicofisico. Ricco di sostanze nutritive è indispensabile per la crescita dei bimbi, per la salute degli adolescenti e degli anziani e per fornire energia pronta a chi pratica sport”.
“Parmigiano Reggiano rimane tra i primi del settore nel ranking, secondo brand del food, subito dopo Nutella, a conferma di quanto sia importate e solido anche nell’immaginario italiano e non solo per i mercati stranieri. Particolarmente influente per i boomers, nella cui classifica si colloca in 5° posizione. Rilevanti le dimensioni Trustworthy e Corporate Citizenship, grazie ai quali viene percepito come brand da un lato da utilizzare frequentemente e meritevole di fiducia e dall’altro capace di stimolare un senso d’appartenenza nazionale e attento all’ambiente. L’attenzione al prodotto e la forte presenza sul territorio, fanno del marchio una realtà che ha saputo meritarsi nel tempo la fiducia dei consumatori. Una fiducia che si manifesta anche attraverso la condivisione dei valori di marca” commenta Nicola Neri, Ad di Ipsos.
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