In un agosto diviso tra campagna elettorale, preoccupazione per il lungo conflitto tra Russia e Ucraina, inflazione, aumento dei costi di produzione e una siccità che sta mettendo in crisi tutta la filiera agroalimentare italiana, si riprenta la scena il tema del “nutriscore”, l’etichetta a semaforo di cui si dibatte da tempo in Ue, e fortemente e apertamente osteggiata dall’Italia e non solo. “Casus belli”, è il caso di dirlo, è l’intervento dell’Antitrust che, come riportato dal Sottosegretario alle Politiche Agricole, Francesco Battistoni, ha obbligato le società GS spa, Carrefour Italia e Iterdis ad inserire un’avvertenza di precisazione relativa al Nutriscore da loro adottato in Italia. “Grazie a questo intervento sul packaging dovrà essere scritto che il sistema a semaforo è sviluppato su valutazioni scientifiche non universalmente riconosciute e condivise”, spiega Battistoni nel ricordare che, “in questi mesi, come Governo, ci siamo battuti fortemente, in ogni sede istituzionale, contro il sistema di etichettatura di ideazione francese, assolutamente penalizzante del nostro sistema agroalimentare. Il Nutriscore, infatti, è un meccanismo perverso che ha la sola funzione di disinformare il consumatore e di favorire prodotti ultra lavorati, rispetto agli altri, tra i quali quelli di origine controllata come come Dop, Igp e così via. Per questo - conclude - il Mise ha lanciato il sito sul Nutrinform battery, il sistema di etichettatura italiano che ha alla base un solido studio scientifico, e per il quale faremo la nostra battaglia in Europa”.
Ed a muoversi, sul fronte europeo, sono gli europarlamentari. Paolo De Castro (Pd), sottolinea che “nessun gruppo distributivo può imporre ai propri fornitori sistemi di etichettatura nutrizionale, salvo obbligo comunitario, In caso contrario la Direttiva Ue contro le pratiche sleali autorizza i fornitori a denunciare il distributore all’Autorita Nazionale Icqrf”. A prendere carta e penna rivolgendosi al Commissario Ue alla Salute, Stella Kyriakides, sono, invece, Antonio Tajani e Salvatore De Meo (Forza Italia) ed Herbert Dorfmann (Südtiroler Volkspartei), tutti del Ppe. “Il dibattito sull’etichettatura nutrizionale fronte-pacco (Fopnl) è stato trattato già dai negoziati sulla strategia “Farm to Fork”, creando divisioni nel settore agroalimentare e tra gli Stati membri dell’Ue. Questo tema è di particolare importanza per l’Italia e per il suo Made in. Per questo motivo, la delegazione italiana del Ppe ritiene che la Fopnl debba rispettare criteri scientifici certi e sicuri, assicurando anche che i consumatori facciano delle scelte informate. Abbiamo appreso che la Commissione starebbe lavorando a una proposta basata essenzialmente sul Nutriscore (lo strumento sviluppato in Francia,che permette di etichettare i prodotti con un sistema a semaforo, utilizzato per qualche prodotto in Belgio, Lussemburgo, Germania e Olanda). Nella Risoluzione del 20 ottobre del 2021 sul “Farm to Fork”, il Parlamento Europeo - spiegano i deputati - ha invitato la Commissione a garantire lo sviluppo di una etichettatura fronte-pacco obbligatoria e armonizzata nell’Ue basata, sudati scientifici validi e indipendenti, e su una comprovata comprensione da parte dei consumatori. Tuttavia, il Nutriscore non si basa su criteri scientifici unanimi e si è già rivelato fuorviante per i consumatori e discriminatorio per alcuni prodotti. Secondo una delle maggiori associazioni di agricoltori italiani,qualora dovesse essere adottato il sistema del Nutriscore, sarebbero a rischio esportazioni per 46,1 miliardi di prodotti provenienti dall’agro alimentare italiano, compreso l’85% del valore dei prodotti con indicazioni geografiche Dop e Igp. Inoltre, le proposte che sulla base del sistema Nutriscore prevedono l’apposizione di un bollino nero e un’etichetta di avvertimento esplicita sulle bottiglie di alcolici, tra cui anche il vino, vanno contro la risoluzione adottata dal Parlamento europeo sul rafforzamento dell’Europa nella lotta contro il cancro. Il settore vitivinicolo italiano ed europeo verrebbero danneggiati, colpendo così un’altra eccellenza europea che fa parte a pieno titolo del nostro patrimonio economico e sociale e la cui produzione contribuisce direttamente a garantire la sopravvivenza del nostro ecosistema e la sicurezza idrogeologica”.Ribadendo l’ennesimo no al sistema a “semaforo”, dunque, la lettera ricorda come “la delegazione italiana del Ppe” ma, va detto, tutto il fronte politico europeo del Belpaese, sostanzialmente, spinge per il “NutrinformBattery come alternativa al Nutriscore (un sistema promosso dal Ministero della Salute italiano e studiato a fondo dal Centro Studi e Ricerca sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano). Riteniamo, infatti, che un’etichetta con più informazioni possa aiutare i consumatoria comprendere meglio i valori nutrizionali, migliorando anche le scelte alimentari. Siamo quindi seriamente preoccupati per la possibilità che la Commissione Europea possa prendere una decisione a sostegno di un sistema non validato da dati scientifici indipendenti”.
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