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OGM, PER CONFAGRICOLTURA IL 40% DEGLI ITALIANI NON SA COSA VUOLE DIRE. GREENPEACE: “SUBITO CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA NAZIONALE”. LA PROVINCIA DI TRENTO DICE NO ALL’USO, MA SI ALLA RICERCA. E LA BASF ANNUNCIA 2 PATATE ENTRO IL 2011, UNA PER L’UOMO

Continua lo scontro di posizioni sugli Ogm, dopo il via libera della Commissione Ue alla coltivazione, su suolo europeo, della patata “Amflora” della Basf, geneticamente modificata per avere un maggior contenuto di amido, destinata all’industria e all’alimentazione animale. Confagricoltura, da sempre a favore degli Organismi geneticamente modificati, sottolinea che, nonostante gli allarmi lanciati da tanti, più del 40% degli italiani non conosce il significato della parola Ogm. Emerge da un’indagine dell’Istituto Ispo di Renato Mannehimer, commissionata dall’organizzazione agricola. E tra i giovani (18-24 anni) la quota sale addirittura al 70%, mentre la larga maggioranza degli italiani ignora che da decenni gli animali degli allevamenti possano essere nutriti con farine Ogm importate.

Ma Greenpeace, per voce della responsabile campagna Ogm, Federica Ferrario, ribatte: “gli Ogm in agricoltura si traducono in pericoli e contaminazioni imprevedibili e non voluti. Chiediamo al Ministro Zaia e al Governo italiano di adottare immediatamente le clausole di salvaguardia nazionale, per impedire la coltivazione sia del mais che della patata Ogm sul territorio italiano, e proteggere così la nostra agricoltura, i nostri agricoltori e i consumatori”.

Allarme perfettamente sposato dalla Cia - Confederazione Italiana Agricoltori: “nessuno ha mai pensato . ha detto il presidente Giuseppe Politi - che fine farebbero i prodotti tipici e di qualità delle nostre terre con le coltivazioni Ogm. Quei prodotti che sono il frutto di una biodiversità eccezionale che contraddistingue e rende unica l’agricoltura italiana. Con il biotech c’è il rischio di far scomparire dalle tavole una varietà straordinaria di produzioni d’eccellenza. Sarebbe, in pratica, la morte di un mondo agricolo che ha permesso all’agroalimentare made in Italy di conquistare i mercati internazionali. Il transgenico porta unicamente all’appiattimento produttivo, all’omologazione “tout court”, alla distruzione della biodiversità. E questo significa consegnare l’agricoltura nelle mani delle multinazionali che pensano soltanto al business e non certo alla tutela delle tradizioni secolari, della tipicità e della qualità delle produzioni agricole italiane”.

E, nel convulso panorama nazionale, arriva la posizione “intermedia” della Provincia autonoma di Trento: “il Trentino chiude alla coltivazione dei prodotti Ogm, e lascia aperta la strada solo alla ricerca - ha detto l’assessore provinciale all’Agricoltura, Tiziano Mellarini, in un’intervista ad un quotidiano “L’Adige” - e sul nostro territorio e c’è anche un deliberato nostro che lo esclude a livello provinciale. Discorso diverso è quello che riguarda la ricerca. Io penso che si debba non solo continuare, ma investire ancora di più. La ricerca è una cosa, l’utilizzo dei prodotti un’altra”.

Dalla Germania, intanto, arriva una notizia destinata ad infiammare ancora di più il dibatti: una portavoce della Basf ha fatto sapere che la multinazionale tedesca chiederà all’Ue l’autorizzazione per la coltivazione di altre due patate transgeniche, di cui una destinata all’alimentazione umana. Questa patata, che è stata battezzata “Fortuna”, è stata creata da una varietà europea e contiene dei geni della patata sud-americana, che le permetteranno di resistere alla Peronospera, ha spiegato la Basf, precisando che esperimenti sulla nuova coltura sono già stati fatti in Svezia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Repubblica Ceca.

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