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OGM - PER L’UE “I CONSUMATORI NON SONO STATI TRADITI”. MA, INTANTO, LA FRANCIA DICE NO ALLE PATATE TRANSGENICHE E “FERMA CONTRARIETA’” ANCHE DAL MINISTRO ZAIA. FOCUS: CONFAGRICOLTURA “DA ANNI LE NOSTRE PRODUZIONI TIPICHE SONO A DIETA TRANSGENICA”

La Commissione Europea “non ha tradito la fiducia dei consumatori europei dando il via libera alla produzione della patata Ogm “Amflora”, che non potrà finire nel piatto degli europei”: lo sottolinea Paola Testori-Coggi, alla guida della politica della Commissione europea in materia di sicurezza alimentare. Intanto, però, le patate Ogm del gruppo alimentare tedesco Basf, dopo l’ok alla commercializzazione da parte della Commissione Europea, in Francia non arriveranno, almeno per ora. E, in l’Italia, il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia ribadisce la “ferma contrarietà agli organismi geneticamente modificati” e annuncia che “ci muoveremo in tutte le direzioni a nostra disposizione per far sì che gli Ogm non attentino alla nostra agricoltura identitaria, culla della biodiversità che intendiamo preservare. Per questo avvieremo la procedura per richiedere la clausola di salvaguardia con cui bloccare la commercializzazione e la coltivazione di questi prodotti nei nostri territori”.
Sulla “superpatata”, il direttore generale aggiunto per la tutela e la salute dei consumatori Paola Testori-Coggi tiene a fare chiarezza: “non c’è alcun rischio che la patata “Amflora” finisca nel piatto dei consumatori in quanto la multinazionale Basf può vendere i semi Ogm solo agli agricoltori che hanno un contratto con un impianto industriale per uso tessile e per la produzione di carta. Inoltre, non penso che la Basf intenda produrla in Italia”.
E, nonostante che la Basf ha annunciato che “Amflora” sarà commercializzata “nei Paesi già pronti a utilizzarla”, tra cui la Svizzera, l’Olanda, la Repubblica Ceca e la Germania, e che “non ha previsto per ora di proporla alle industrie francesi e vuole tenere conto delle particolarità e delle richieste di ciascun Paese”, sul fronte francese, i partiti di centro e di sinistra plaudono al “no” alla patata Ogm: “per ora abbiamo applicato e fatto applicare la clausola di salvaguardia - sottolinea Cecile Duflot, segretario nazionale dei Verdi - bisogna continuare su questa strada”. Per il deputato ecologista e no-global José Bové, “la Commissione Europea deve uscire dalla sua torre d’avorio e rivedere questa decisione”.
“Valuteremo anche l’ipotesi di un referendum per consultare i cittadini - sottolinea il Ministro Zaia - il volere del popolo è sovrano, e a noi risulta che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria agli Ogm. Collaboreremo con chiunque vorrà essere al nostro fianco in questa battaglia. Non è vero, come vorrebbero farci credere, che questa coltivazione sarà destinata solo ad usi industriali, visto che verrà utilizzata anche per i mangimi animali. Questo significherebbe introdurre nella nostra catena alimentare gli organismi geneticamente modificati. Per dodici anni - prosegue il Ministro - la Commissione ha continuato a dire no a queste coltivazioni in modo prudenziale; ora, invece, si decide di aprire la strada agli Ogm. È singolare che finora si sia tenuta una determinata linea, per poi abbandonarla improvvisamente. La nostra non è una presa di posizione ideologica, bensì il frutto di un’analisi approfondita dei diversi aspetti della questione. Sul fronte economico, l’argomentazione secondo la quale migliorerebbe il reddito degli agricoltori è assolutamente infondata: gli agricoltori sono alle prese con le medesime difficoltà legate alla difficile congiuntura del settore con o senza Ogm, e anzi nelle Borse, come quella di Milano, Ogm-free prodotti come il mais e il grano registrano prezzi più elevati rispetto a Borse, come quella di Chicago, che trattano commodities Ogm”. Per il Ministro Zaia “il problema, semmai, è quello di un mercato asfittico che bisogna rivitalizzare. Verrebbe la tentazione di chiedere una fideiussione sui loro capitali a coloro che raccontano favole agli agricoltori sugli Ogm panacea di tutti i mali. Inoltre, i cibi Ogm diventerebbero i cibi dei poveri, mentre quelli biologici alimenti per i ricchi. Ancora più odiosa è la teoria secondo la quale gli Ogm aiuterebbero a eliminare la fame nel mondo: il problema non è l’aumento della produzione, che può aversi tranquillamente senza Ogm, ma quali politiche mettere in atto per far sì che il cibo arrivi alle popolazioni più sfortunate del pianeta. Tra l’altro, la produzione degli Ogm è destinata perlopiù all’Occidente obeso, non certo a quella parte del mondo che muore di fame”.
“E anche dal punto di vista della salute - prosegue Zaia - la comunità scientifica è divisa, ma diversi studi dimostrerebbero ripercussioni sul sistema immunitario e alcune malattie, anche gravi. Per quanto riguarda l’aspetto ambientale, è opinione diffusa che non vi sia alcuna garanzia assoluta che le coltivazioni Ogm non vadano a intaccare il terreno circostante. Non vogliamo che i nostri territori, che si fondano sulla biodiversità e il rispetto dell’ambiente, siano contaminati da organismi che rischiano di avere impatti devastanti sull’intero ecosistema e di inquinare una agricoltura ricca e diversificata come la nostra. Per questo vogliamo rafforzare il sistema di certificazioni e di etichettatura - conclude Zaia - per dare il maggior numero di informazioni ai consumatori sulla presenza di tracce di Ogm negli alimenti. E devo dire che anche la soglia dello 0,9, al di sotto della quale non è necessario indicare la presenza di Ogm nelle sementi, non ci convince. A questo punto, apriamo un ragionamento approfondito anche sulla cosiddetta soglia di tolleranza”.

Focus - Confagricoltura: “L’opposizione agli Ogm sceglie la realtà modificata. Da anni le nostre produzioni tipiche sono a dieta transgenica”
“In Italia si può essere contrari agli Ogm, ma optare per la realtà modificata. Da anni i mangimi destinati agli allevamenti da cui nascono le nostre migliori produzioni alimentari contengono vegetali transgenici e finora pare che nessuno se ne sia accorto”. Così Confagricoltura replica all’allarmismo sul via libera europeo alla coltivazione della patata biotech “Amflora” e avverte: “l’agricoltura italiana è delusa di veder cavalcare a scopi anche elettorali un argomento importante come quello degli organismi geneticamente migliorati.
La gran parte di commenti e dichiarazioni negative registrate a proposito della patata “Amflora” prescindono purtroppo da basi scientifiche e dal principio di libera scelta degli imprenditori agricoli. L’ok ad “Amflora” riguarda la produzione a fine di trasformazione industriale in carta e di mangimi: occorre ricordare agli oltranzisti anti-Ogm che da tempo gli organismi biotech sono componente essenziale della dieta quotidiana praticamente in tutti gli allevamenti nazionali, compresi quelli delle filiere simbolo del made in Italy, dal Parmigiano al prosciutto San Daniele”.
Per Confagricoltura, inoltre, in materia economica gli Ogm potrebbero aiutare, anche in Italia, numerosi comparti produttivi in crisi: per il mais, ad esempio, il valore aggiunto può toccare circa 280 milioni di euro l’anno. “E’ demagogico e semplicistico - conclude Confagricoltura - gridare no quando in gioco c’è la sopravvivenza di un settore dell’economia nazionale che lo scorso anno ha registrato perdite economiche doppie della media europea”.

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