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OGM & UNIONE EUROPEA: LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA LA NUOVA STRATEGIA SU BIOTECH

La Commissione Europea ha approvato, oggi, a Bruxelles, una nuova strategia sul futuro degli Ogm in Europa. Lo hanno detto, all’Ansa, fonti dell’Esecutivo Unione Europea. Si concretizza, quindi, la deregulation, promossa dal presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, che il Commissario alla Salute John Dalli ha fatto propria con la proposta approvata ora. Così, come promesso, i singoli Governi dell’Unione Europea saranno liberi di scegliere se coltivare o meno sul loro territorio gli Ogm autorizzati, in base all’attuale procedura in vigore a livello europeo.

La posizione - Ogm: Europa svolta e lascia stati liberi di non coltivarli. Lo dice la Coldiretti
Con una svolta storica la Commissione Europea prende atto della forte opposizione dei cittadini europei e dà finalmente la possibilità agli Stati membri di decidere liberamente se coltivarli o meno. Lo rende noto la Coldiretti nel commentare positivamente i contenuti della proposta presentata a Bruxelles dal commissario alla Salute John Dalli che ha fatto proprie le indicazioni del presidente della Commissione europea Jose’ Manuel Barroso per una modifica dell’assetto normativo vigente in materia di coltivazione degli organismi geneticamente modificati (Ogm), rispondente al principio di sussidiarietà nella logica di consentire a ciascun Paese membro la decisione in merito alla loro coltivazione.
Il pacchetto Ogm presentato dalla Commissione Europea - spiega la Coldiretti - si compone essenzialmente di tre documenti: una comunicazione di carattere generale, di orientamento sul futuro degli Ogm in Europa, che si concentra, proprio, sul tema della libertà per i Paesi membri di decidere in ordine alla loro coltivazione; una raccomandazione, destinata a sostituire quella esistente (2003/226/CE), in materia di coesistenza tra coltura tradizionali, biologiche e Ogm, che contiene regole maggiormente restrittive per garantire ai Paesi membri la possibilità di adottare misure atte ad evitare la presenza involontaria di Ogm; un regolamento di modifica della direttiva 2001/18/CE, che, inserendo in essa una nuova disposizione, sancisce la possibilità per i Paesi membri di adottare misure volte a restringere o proibire la coltivazione di tutte o di una sola varietà di Ogm purché tali misure non siano giustificate da ragioni che non riguardano la valutazione di effetti negativi sulla salute e sull’ambiente oppure la necessità di impedire una presenza indesiderata di OGM in altri prodotti.
L’iniziativa comunitaria - continua la Coldiretti - è una risposta alle crescenti perplessità sugli Ogm in Europa dove, dopo il divieto posto anche in Germania, si sono ridotti a soli sei, su ventisette, i Paesi coltivano organismi geneticamente modificati (Ogm) con peraltro un drastico crollo del 12% delle semine nel 2009 che ha coinvolto tutti i paesi interessati (Spagna, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia), tranne la Polonia che ha mantenuto la stessa superficie coltivata, mentre solo per il Portogallo è aumentata, secondo una analisi della Coldiretti sul rapporto annuale 2009 dell’“International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (Isaaa). Il drastico crollo nei terreni seminati con organismi geneticamente modificati in Europa nel 2009 conferma che nel coltivare prodotti transgenici, oltre ai rischi per la salute e per l’ambiente, non c’è neanche convenienza economica. Secondo i dati - precisa la Coldiretti - la coltivazione Ogm in Europa riguarda solo il mais, la cui la superficie coltivata nel 2009 si è drasticamente ridotta da 107.719 ettari a 94.750 ettari, pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa. Si ricorda, del resto, come numerosi Stati abbiano già invocato la clausola di salvaguardia per ragioni di sicurezza sanitaria e/o ambientale, per impedire l’uso e/o la commercializzazione di Ogm autorizzati ai sensi della normativa comunitaria.
L’adozione ufficiale di queste proposte dà valore - sostiene il presidente della Coldiretti Sergio Marini - alla scelta lungimirante fatta dall’Italia per un agricoltura libera da Ogm grazie all’impegno di un vasto schieramento che comprende Coldiretti, movimenti ambientalisti, consumatori e istituzioni in rappresentanza della maggioranza dei cittadini e agricoltori italiani che sono contrari al biotech nei campi e nel piatto. E’ necessario che, a livello nazionale, non si proceda, in fase di recepimento, ad una frammentazione della portata innovativa di tali disposizioni poiché la salvaguardia dell’integrità del patrimonio agroalimentare nazionale, che è un bene comune, rappresenta, infatti, un interesse unitario la cui sede per la tutela, perciò, non può che essere quella della Conferenza Stato-Regioni, in uno spirito di leale collaborazione tra le parti. Sulla base dei risultati dell’ultima indagine annuale Coldiretti-Swg “Le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione”, il 72% dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti Organismi Geneticamente Modificati siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.

La posizione - Ogm: “da Bruxelles decisioni pilatesche che aumentano la confusione”. Lo dice la Confagricoltura
Il nuovo quadro legislativo comunitario sugli Ogm finirà per aumentare la confusione, creando disparità di trattamento tra gli agricoltori dei vari Stati membri e disorientando i consumatori”. La Confagricoltura esprime insoddisfazione per la decisione della Commissione Unione Europea di delegare agli Stati membri l’autorizzazione o meno alle coltivazioni biotech.
“Non ci è piaciuto l’atteggiamento pilatesco della Commissione che se ne lava le mani e non decide su un tema su cui andava fatta chiarezza. Attendevamo da Bruxelles soluzioni univoche per tutti gli Stati membri e un riconoscimento al ruolo della ricerca scientifica che deve essere alla base delle decisioni politiche. Gli Stati membri invece potranno decidere sull’onda delle emotività e delle strumentalizzazioni”. Tutto ciò non porterà vantaggi per i consumatori che aspirano all’Ogm-free perché restano a Bruxelles le autorizzazioni all’utilizzo per fini alimentari o mangimistici degli Ogm (anche di importazione). “Alla fine - sottolinea ancora Confagricoltura - si è acuito il ‘paradosso degli Ogm’ che li vuole importati dall’estero ma non coltivati, come avviene oggi in Italia e in Europa”.

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