Cinque contro cinque,
olio contro olio: è andata in scena a Firenze una delle più singolari
sfide dell'anno che ha visto sfilare alcuni dei migliori extravergine
della Toscana e del Cile. Un seminario-degustazione più che una sfida
vera e propria, che se non ha non ha lasciato sul campo vincitori e
vinti, ha permesso di mettere a confronto due importanti realtà
produttive e soprattutto far luce sulla qualità dell'olivicoltura del
Nuovo Mondo di cui il Cile è una delle espressioni di punta. Qui si
contano infatti oltre 6000 ettari di oliveti - distribuiti soprattutto
nella parte centrale del Paese e nella regione del Maule, in assoluto
la più vocata - con oltre 40 aziende e una produzione di 1500
tonnellate di extravergine che entro il 2007 dovrebbero addirittura
quadruplicare. Tra le varietà più coltivate ci sono il Leccino e il
Frantoio con una qualità del prodotto in forte crescita ormai da anni e
prezzi davvero competitivi. Merito anche delle molte aziende italiane
che, come nel caso del vino, hanno scelto di scommettere su questo
Paese, importando saper fare, macchinari e insegnando il valore della
qualità. Tornando a Firenze, la sfida-degustazione è stata organizzata
dall'ente governativo cileno Corfo in collaborazione con il giornalista
fiorentino Emanuele Pel lucci. Il meglio dell'olivicoltura toscana è
stato rappresentato dalle aziende Arte Olearia, Castello di Poppiano di
Guicciardinio Strozzi, Fattoria di Grignano, Frantoio di Vertìne e il
Frantoio Franci. A tenere alta la bandiera del Cile c'erano invece
Aresti Chile Wine, Madida Olive, Olivares de Quepu, Terramater w Via
Wine Group.
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