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Oltre 4 milioni di persone in Italia senza cibo per “promesse non mantenute dal Governo e burocrazia”: è l’allarme della Fondazione Banco Alimentare Onlus. “85 milioni di euro destinati non spesi”. Il Ministro Poletti: “inviato piano a Bruxelles”

Oltre 4 milioni di persone sono senza cibo per “colpa di promesse non mantenute dal Governo e lungaggini burocratiche”. È l’allarme lanciato dal direttore generale della Fondazione Banco Alimentare Onlus, Marco Lucchini, secondo il quale “85 milioni di euro già destinati ai più poveri non vengono spesi. I tempi della fame e della burocrazia non sono compatibili. Promesse e attese non sfamano famiglie, bambini e anziani. È da sei mesi che aspettiamo che il Ministero dell’Agricoltura sblocchi il Fondo nazionale di 10 milioni e che il Ministero del Welfare renda disponibili 75 milioni di euro del Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead). Il 19 maggio dalle pagine di Avvenire il vice Ministro Olivero ci tranquillizzava dicendo che nel giro di una settimana i soldi sarebbero stati disponibili per porre fine all’emergenza. Ad oggi c’è stata solo la convocazione di un tavolo di lavoro il 12 giugno”, è detto in una nota. “Per riempire i magazzini quasi vuoti e sfamare 4 milioni e 814.000 persone (l’8% della popolazione italiana) - annuncia Lucchini - abbiamo deciso di organizzare una Colletta Alimentare Straordinaria il 14 giugno certi della risposta dei cittadini che sarà generosa e condivisa come sempre”. Ma il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti fa sapere di aver “firmato la nota di invio del Programma di aiuti a Bruxelles e mi risulta che siamo tra i primi in Europa ad averlo fatto”.

Una risposta quella di Poletti, a Lucchini, che, in una nota, sottolinea come “anche il Ministro Poletti e i suoi funzionari hanno rassicurato più volte noi e le altre associazioni del gruppo Insieme per l’Aiuto Alimentare (Associazione Banco Alimentare di Roma, Associazione Sempre Insieme per la Pace, Caritas Italiana, Croce Rossa Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Banco Alimentare Onlus, Fondazione Banco delle Opere di Carità e Federazione Nazionale Società di San Vincenzo de Paoli Onlus) di voler procedere rapidamente nella presentazione all’Ue del piano operativo, ma ad oggi non ne sappiamo ancora nulla. Lo stesso premier Renzi nel documento di riforma del Terzo Settore ha lodato quell’Italia generosa, che tutti i giorni opera silenziosamente per migliorare la qualità della vita delle persone, l’Italia del volontariato, della cooperazione sociale, dell’associazionismo no-profit, delle fondazioni e delle imprese sociali, ma ci sentiamo abbandonati perché alle dichiarazioni non seguono i fatti”, prosegue la nota. “La Fondazione Banco Alimentare e le 15.000 strutture caritative che in tutta Italia assistono gli indigenti chiedono che le istituzioni intervengano in maniera rapida e concreta, avendo a disposizione i fondi, per fronteggiare questo gravissimo momento e perché 4 milioni di persone povere non possono più aspettare”.

I ritardi nell’erogazione delle risorse del Fondo europeo di aiuti agli indigenti, spiega il Ministro Poletti, “dipendono esclusivamente dal fatto che in Europa non tutti i Paesi erano d’accordo sulla istituzione di questo nuovo Programma di aiuti alimentari. Il regolamento europeo è stato pubblicato soltanto a metà marzo e necessita ancora di atti attuativi da parte della Commissione. I Paesi hanno tempo fino a settembre per presentare i Programmi, ma ho personalmente dato l’impulso perché si facesse molto prima del previsto. Peraltro, il Tavolo di partenariato costituito con tutti gli attori coinvolti nella lotta alla povertà estrema, di cui il Banco alimentare fa parte, è stato costantemente informato delle evoluzioni e sapeva dell’imminente invio del Programma. La cosa più importante è che, con l’invio del Programma il Governo sarà nella condizione di rendere disponibili le risorse nazionali per dare immediata attuazione agli interventi, con notevole anticipo rispetto alla disponibilità delle risorse di Bruxelles. Con questo - conclude - non voglio far polemica con chi dà quotidianamente un aiuto così importante alle persone più fragili, ma soltanto rassicurare sul fatto che combattiamo la stessa battaglia e cerchiamo di farlo al meglio delle nostre possibilità”.

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