“Sono state oltre 60 le segnalazioni di grave avvelenamento di interi apiari nella scorsa primavera in tutta Italia, in coincidenza con la semina di mais e trattamenti di frutta e cereali, con conseguente flessione della produzione (- 50%) per miele di acacia, castagno, agrumi, mille fiori e aumento di prezzo tra 20-30%”. A dirlo Legacoop, Conapi e Unaapi.
“Come nel 2008 - si legge in una nota - anche nei mesi passti gli eventi si sono manifestati in coincidenza con la semina di mais e i trattamenti di fruttiferi e vite, di cereali e ornamentali, mentre si è accertato che le cause delle morie non sono di tipo veterinario. Per questo Conapi e Unaapi hanno voluto richiamare l’attenzione delle istituzioni nei confronti di alcune pratiche agronomiche scorrette e talvolta non in linea con le normative vigenti. I provvedimenti richiesti da Conapi, Fai e Unaapi non puntano però a tutelare solo il mercato, un comparto che vale, indotto compreso, tra i 57 e i 62 milioni e nel quale operano 40.000 apicoltori e 12.000 produttori apistici, ma tutti i cittadini visto che l’ape, con la sua diffusione e la sua attività di bottinatrice, è la migliore sentinella del nostro ambiente”.
Focus - Moria api e produzione miele a -50%: sotto accusa pesticidi e maltempo. Da Legacoop Agroalimentare, Conapi, Unaapi lanciano l’allarme
Moria di api che, da Nord a Sud, hanno caratterizzato l’ultima primavera: fenomeno che si era già verificato, con effetti altrettanto gravi, nel 2008: così, oggi, a Bologna, in conferenza, Conapi, Unaapi e Legacoop Agroalimentare Nord Italia.
Quello lanciato dai principali attori del comparto è un autentico grido d’allarme: sono oltre 60 le segnalazioni di grave avvelenamento di interi apiari, raccolte tra marzo e maggio 2014 dalla rete “Spia” del Progetto Beenet. Come nel 2008, anche nei mesi passati gli eventi si sono manifestati in coincidenza con la semina di mais e i trattamenti di fruttiferi e vite, di cereali e ornamentali, mentre si è accertato che le cause delle morie non sono di tipo veterinario. Per questo Conapi e Unaapi hanno voluto richiamare l’attenzione delle istituzioni nei confronti di alcune pratiche agronomiche scorrette e talvolta non in linea con le normative vigenti.
Cosa è successo, dunque, nella primavera 2014? Il clima mite invernale ha favorito le infestazioni di insetti nocivi, spingendo gli agricoltori ad intensificare i trattamenti anche in colture solitamente non trattate come i cereali vernini. I controlli, dopo anni di relativa tranquillità per gli apicoltori, possono non essere stati così stringenti. In più, alcuni nuovi preparati recentemente autorizzati e alcune pratiche fitosanitarie si sono rivelati pericolosamente impattanti su api e altri impollinatori.
A gravare ulteriormente sulla campagna miele, inoltre, le condizioni meteo decisamente sfavorevoli che hanno determinato pesanti ripercussioni sulle rese. In riferimento alla produzione italiana, quest’anno si prevede una flessione media del 50% per i mieli di acacia, castagno, agrumi e millefiori primaverile-estivo. Il che si tradurrà in un aumento dei prezzi d’acquisto, che si attesterà tra il 20 e il 30%.
Dolenti note anche su molti mercati internazionali: al raccolto per il miele di eucalipto in Australia addirittura vicino allo zero, fanno riscontro il Sud America (-50%), la Spagna (-40%) e il -60% per l’acacia in Europa dell’’Est.
I provvedimenti richiesti da Conapi, Fai e Unaapi non puntano, però, a tutelare solo il mercato - un comparto che vale, indotto compreso, tra i 57 e i 62 milioni di euro e nel quale operano 40.000 apicoltori e 12.000 produttori apistici - ma tutti i cittadini visto che l’ape, con la sua diffusione e la sua attività di bottinatrice, è la migliore sentinella del nostro ambiente.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024