Così come in molti altri campi, anche il rapporto tra consumatori e mondo dell’enogastronomia è cambiato molto come conseguenza dell’avvento della tecnologia digitale di massa, con consumatori molto più capaci di informarsi tramite canali non tradizionali e facilmente messi in condizione di acquistare, se il prezzo è giusto, ogni tipo di prodotto, dalla spesa quotidiana in gdo a prodotti ben più blasonati e gourmand. Il settore dell’e-commerce dedicato al food & grocery è cresciuto del 30% nel 2016, secondo i dati dell’Osservatorio Food & Grocery Online del Politecnico di Milano, e quello dell’enogastronomia in senso stretto del 17%: si rinforza quindi la tendenza dei consumatori online a farsi tentare dal gusto e dalla qualità, come confermato da una ricerca condotta da vente-privee.com, gruppo internazionale specializzato nel destoccaggio e nelle vendite evento.
Secondo la ricerca del gruppo, che si è focalizzata sulle preferenze in tema di cibo e particolarmente di vino dei propri utenti, c’è intanto un tratto comune ben marcato tra consumatori online e “tradizionali”, per così dire, ovvero la concezione del vino come catalizzatore di convivialità e di socialità: per il 46% del campione il miglior modo di degustare un calice di vino è farlo in buona compagnia, nel 39% dei casi a cena, sia a casa che al ristorante (45%) purché sempre in buona compagnia di amici (47%), della famiglia (33%) o in coppia (20%). Etichetta che, complice i cataloghi sempre più vasti grazie al mondo dell’e-commerce, diventa un momento di scoperta, con il 98% degli intervistati che già all’acquisto pregusta il momento in cui verrà consumata, o anche regalata. E, dato non scontato, anche il vino può essere un acquisto impulsivo, price point permettendo, un vero e proprio “impulse buy”, specialmente se a condurre l’acquisto è una donna (39%), generando un carrello comune a un nucleo familiare, o anche solo a una coppia, dove un capo d’abbigliamento ricercato ben si sposa, spesso e volentieri, a una bottiglia per le occasioni o a un prodotto gastronomico che possa dare corpo a un pasto. Certo, nel valutare la bottiglia da acquistare si fa attenzione all’etichetta e alla cantina (74%), ma non si ha paura di scoprire nuovi nomi, specie se affiorano offerte speciali o a tempo/: oltretutto, ben l’82% degli intervistati da vente-privee.com fa molta attenzione agli abbinamenti, anche cambiando più bottiglie nella stessa serata. Abbinamenti che, però, si slegano spesso dal legame coi piatti per così dire “di portata”, nel nome della fantasia e della sperimentazione: il 60% del campione ritiene sia importante sapere abbinare un calice di vino ad un piatto di carne o di pesce, ma, ad esempio, il 27% prova ad abbinarlo al cioccolato - che, come il vino, ha un sottotesto semantico e emozionale molto eloquente, e di tutto rispetto.
Nel sondaggio di vente-privee.com emerge poi come il canale mobile sia sicuramente quello prediletto dagli e-shopper enogastronomici, con il 70% del traffico totale: una predilezione per le piattaforme portatili che ben si sposa all’immancabile aspetto “social” del consumo di prodotti gourmet. Il cosiddetto “social eating” coinvolge quasi un consumatore su due, con il 49% degli intervistati a dichiarare di condividere le proprie esperienze legate al mondo del cibo e del vino sui propri canali social, principalmente su Facebook (48,5%), seguito da Instragram (24,20%). E da questo punto di vista il vino ha un chiaro vantaggio, dato che si abbina al cibo per meglio qualificarlo, si fotografa, si condivide e poi si procede all’assaggio perché è sempre più un mezzo per rappresentare sé stessi, la propria personalità, le proprie credenze e la propria cultura - complice spesso un packaging, etichetta compresa, che è valutato come molto importante per un notevole 75% degli intervistati.
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