Ostriche 150% più grandi e resistenti a batteri e virus se allevate con i mitili. La scoperta, presentata al congresso nazionale della Società Italiana di Biologia Sperimentale, è il risultato di un’indagine dell’Università di Genova sull’acquacoltura nel Golfo della Spezia. Sotto la lente dei ricercatori il comportamento della “Crassostrea gigas”, conosciuta come ostrica concava o ostrica giapponese.
“La policoltura con mitilo alla Spezia - spiega Luigi Pane, che ha condotto la ricerca assieme a Guido Bonello, Elisabetta Giacco e Gian Luigi Mariottini del Dipartimento Scienze Terra, Ambiente e Vita dell’Università di Genova - sembra produrre effetti benefici alle ostriche in termini di sopravvivenza, alimentazione e protezione da agenti patogeni di origine batterica e virale, principale causa delle morie di ostrica selvatica e di allevamento.
Il lavoro svolto con la Cooperativa mitilicoltori spezzini si inquadra nel progetto comunitario “Marte+/Regione Liguria” per lo sviluppo delle tecniche di pesca e acquacoltura nelle regioni costiere del Mediterraneo. Esemplari di ostriche T10 (dimensioni medie 10 millimetri), prelevate dallo schiuditoio del Centro ricerche molluschi di Goro-Ferrara, sono state suddivise in due lotti. Uno è stato immerso in mare in speciali retini nel golfo della Spezia, l’altro portato in laboratorio e sistemato in un acquario preparato con acqua di mare filtrata.
“I valori dei campioni di acqua prelevati nel golfo spezzino vicino ai mitili hanno indicato condizioni favorevoli allo sviluppo delle ostriche - ha aggiunto Pane - le prove di accrescimento in mare di esemplari T20 (20 mm) di ostriche hanno fornito risultati significativi, con un incremento delle dimensioni medie superiore al 150%. I dati di laboratorio hanno registrato un accrescimento del 55%”.
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