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OXFAM: I DATI FORNITI DALLA FAO NON SONO INCORAGGIANTI. ANCHE SE LA POPOLAZIONE MONDIALE CHE SOFFRE LA FAME È CALATA DI 98 MILIONI, SIAMO LONTANI DALL’OBIETTIVO DI DIMEZZARLA ENTRO IL 2015. E DIOUF (FAO) LAMENTA UNO SCARSO IMPEGNO INTERNAZIONALE

Scende, per la prima volta dopo 15 anni, il numero di persone nel mondo che soffrono la fame: da 1 miliardo e 23 milioni a 925 milioni. Significa che 98 milioni di persone in più hanno cibo a sufficienza per sopravvivere, questo secondo Oxfam International, la confederazione internazionale che combatte la fame nel mondo, che ha commentato i dati diffusi oggi dalla Fao.

Ma Jeremy Hobbs, direttore di Oxfam, rileva che il trend positivo ha cause sostanzialmente casuali come i raccolti abbondanti, che negli ultimi 2 anni hanno contribuito a ridurre i prezzi alimentari, e non è dovuto a maggiori investimenti o migliori politiche globali. E se Hobbs si dichiara soddisfatto per il miglioramento delle condizioni di vita di quasi 100 milioni di donne e uomini nel pianeta, invita al contempo a non abbassare la guardia. “La crisi alimentare non è scomparsa - dice il direttore Oxfam - un’altra crisi alimentare globale potrebbe esplodere da un momento all'altro se i governi non affrontano le cause alla radice del fenomeno: la volatilità dei prezzi delle derrate alimentari, decenni di investimenti insufficienti in agricoltura e i cambiamenti climatici”.

Per questo è previsto, a breve, un incontro a New York tra i leader mondiali per valutare i progressi sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, sottoscritti 10 anni fa per migliorare le condizioni di vita dei paesi più poveri, come l’impegno a dimezzare la fame entro il 2015. Obiettivo ambizioso e difficilmente realizzabile: negli ultimi dieci anni la percentuale di persone che non hanno accesso alle risorse alimentari è scesa - rispetto al totale della popolazione mondiale - dal 14 al 13,5% (-0,5%), con un aumento della popolazione povera di “soli” 68 milioni. Tra i Paesi dove si è seriamente innescato un trend positivo troviamo Brasile e Vietnam.

Elisa Bacciotti, portavoce di Oxfam Italia, sottolinea come sia indispensabile un aumento degli aiuti di 37,5 miliardi di dollari all'anno per dimezzare la fame nel mondo, mentre l’Italia dovrebbe contribuire con un aumento di 3,4 miliardi di dollari in aiuti per sicurezza alimentare e agricoltura dei paesi più poveri. “Nel 2008 - dice Bacciotti - gli aiuti bilaterali per la lotta contro la fame dell'Italia si attestavano a 162 milioni di dollari, un quarto degli aiuti francesi. L'Italia, sede della Fao e paese sensibile alle sorti dei più deboli, non può tirarsi indietro”.

Anche il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, rimarca, da parte sua, come la promessa fatta dai Paesi sviluppati al G8 de L’Aquila, di investire in aiuti in agricoltura 20 miliardi di dollari in 3, con un “rilancio” a 20 miliardi nel G20 di Pittsbourg, sia ancora ferma alle buone intenzioni. “Qualche passo avanti è stato fatto nella giusta direzione - ha detto Diouf - ad esempio con la creazione di un fondo dedicato nella Banca Mondiale, in cui sono già affluiti 425 milioni di dollari, impiegati per le emergenze in Bangladesh, Pakistan, Rwanda, Sierra Leone e Togo. Siamo lontani, però, dall'obiettivo dei 22 miliardi”. Diouf ha ricordato che solo il 5-6% del Pil globale è destinato oggi agli aiuti in agricoltura, mentre “gli impegni internazionali vorrebbero che questa percentuale raggiungesse il 10%. 360 miliardi di dollari sono ancora spesi dai Paesi Ocse in sussidi agricoli che alimentano una competizione sbilanciata nei mercati”.

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