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PANE E BIRRA, SALUMI E PESCE: È TUTTO AGRICOLTURA. CON BENEFICI FISCALI PER LE AZIENDE AGRICOLE. ECCO GLI EFFETTI DEL DECRETO 212/2010 DEL MINISTERO DELLE FINANZE. SODDISFATTE LE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE

Tutto quanto fa agricoltura: il decreto 212 del 2010 del Ministero delle Finanze potrebbe rivoluzionare l’assetto economico di tanti prodotti di artigianato alimentare, che diventano derivanti da attività connesse all’agricoltura. Il che, tradotto, vuol dire che le aziende agricole che produrranno pane, birra, formaggi, carni, pesce, vino e grappa con almeno il 51% della materia prima autoprodotta, potranno venderli beneficiando del regime fiscale agricolo, basato sulla rendita catastale, anziché essere assoggettate a quelle del commercio tour court. L’elenco dei prodotti è lungo e dettagliato: dalla birra ai succhi di frutta, dagli ortaggi all’olio d’oliva e di semi, dal pane e prodotti da forno freschi al latte e i suoi derivati, dalle carni macellate, essiccate, salate e affumicate ai salumi, dal pesce (compresi crostacei e molluschi) “mediante congelamento, surgelamento, essiccazione, affumicatura, salatura, immersione in salamoia, inscatolamento” e altro ancora. Un provvedimento salutato con favore dalle organizzazioni agricole, che va anche nella direzione di un made in Italy più vero e di una maggiore qualità dei prodotti. Per Confagricoltura, che vede possibilità di sviluppo soprattutto nel settore della birra, con le aziende che potranno mettersi a coltivare malto e orzo in maniera più vantaggiosa, dando impulso alla già importante crescita dei “birrifici agricoli”, la legge “proietta l’agricoltura in una visione nuova, che spinge le imprese ad impegnarsi in attività a valle della produzione agricola vera e propria, recuperando parte del valore aggiunto di cui non hanno mai beneficiato”. Per Coldiretti, invece, che da anni punta il dito sulla caduta della redditività per chi coltiva grano, “la nascita dell’“agricoltore-panettiere” è un importante occasione di integrazione del proprio reddito”. Insomma, laddove possibile, la spesa si potrà fare quasi completamente in campagna. Ma che ne penseranno i commercianti, i fornai, i macellai e gli altri artigiani e industriali del cibo che invece fanno i conti con le tasse a regime commerciale?

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