Pane e pasta sempre più cari per i consumatori italiani con aumenti più o meno doppi sull’inflazione degli ultimi 5 anni: a settembre 2012 su gennaio 2007, il prezzo al consumo del pane fresco è aumentato del 22,1% e quello della pasta di semola di grano duro del 36,6%. Nello stesso periodo gli indici dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale registrano invece un aumento del 14%. A mettere nero su bianco quanto già percepito facendo la spesa è l’Istat che in un focus dedicato al costo dei cereali scatta la fotografia del rincaro dipeso dall’aumento dei prezzi alla produzione, che, ad esempio, per la farina a luglio 2012 sono stati superiori del 40,1% su quelli di gennaio 2007.
Così i prezzi alla produzione del pane fresco risultano in leggera e costante crescita dall’inizio del 2008. Sempre su gennaio 2007, a luglio 2012 i prezzi aumentano del 14,4%. Quindi secondo l’Istat l’andamento dei prezzi al consumo del pane fresco mostra un leggero ma costante aumento e non sembra aver risentito delle forti oscillazioni delle materie prime. Cioè non tutto l’aumento alla produzione si è scaricato sul consumo. Per la filiera della pasta di semola di grano duro, invece, i prezzi alla produzione delle paste alimentari registrano a giugno 2008 un aumento massimo del 69,9% (su gennaio 2007). La riduzione successiva è stata di circa 20 punti percentuali. Dopo aumenti di oltre il 40% registrati tra il 2007 e il 2008, i prezzi al consumo della pasta di semola di grano duro risultano in leggera flessione nel 2009-2010 per poi aumentare di nuovo negli ultimi due anni.
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