02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

PANORAMA.IT

Vinitaly al via a Verona: 2010 anno della riscossa ... È un vigneto Italia che guarda al 2010 come all’anno della riscossa quello che si presenta al Vinitaly, in programma a Verona da oggi - inaugurata dal ministro e Governatore Luca Zaia - al 12 aprile. Una manifestazione che, giunta alla 44/a edizione, conferma il proprio ruolo di “global network” commerciale per l’enologia mondiale.
Cinque giorni di manifestazione (“una macchina che si è mossa ad un ritmo ancora maggiore rispetto al passato”, sottolinea il presidente di Veronafiere, Ettore Riello), oltre 92 mila metri quadrati di esposizione per 12 padiglioni e 4.200 espositori da Oceania, America, Europa e Africa.
Numeri di tutto rispetto per un comparto che in Italia vale 20 miliardi di euro, conta su 1,2 milioni occupati (tra vigneti, cantina, trasformazione, distribuzione e indotto) e un export che, nel 2009, ha sfiorato i 3,5 miliardi di euro (circa il 20% delle esportazioni alimentari totali) seppure accusando una flessione, in valore, del 5,4% (+10,2% in volume). Ma il vino italiano deve fare anche i conti con la fuga dai vigneti. Negli ultimi quattro anni, secondo uno studio di Assoenologi, la superficie vitata di uva da vino è scesa in Italia di quasi il 4,5%. In più l’erosione delle vendite (-9% a volume e -1,3% a valore), avvenuta nell’ultimo anno, ha costretto molti produttori a rivedere i propri programmi anche se altrettanti hanno deciso di affrontare la crisi internazionale come opportunità di sviluppo. ”La crisi non deve certo fermare gli investimenti, in questo momento vanno però ridefinite le priorità”, sottolinea Enrico Viglierchio di Castello Banfi. ”Dopo aver investito in maniera considerevole negli ultimi due anni, noi stiamo consolidando la nostra realtà, focalizzandoci sugli asset strategici dell’azienda”, aggiunge Fausto Peratoner della trentina La Vis.
L’Italia resta, comunque, molto forte negli Stati Uniti anche se “paga” il cambio sfavorevole e la forte competizione prodotta dalle etichette del cosiddetto Nuovo Mondo (Argentina e Cile in testa). Una fotografia scattata da “Winenews” indica una preferenza per i vini sotto i 20 dollari con l’evidenza di Pinot Grigio e Prosecco, quest’ultimo capace di erodere le quote di mercato perdute dallo Champagne. “La fine della recessione porterà sicuramente un incremento di consumi, ma dubito che si torni presto ai prezzi medi del 2004-2008”, spiega Leonardo Locascio, presidente di Winebow, uno degli importatori di vini italiani più importanti negli Usa. Il 2009 è stato, comunque, segnato anche dalla conquista di nuovi mercati come Russia (+30% la domanda di vino italiano), e Svezia (+14,2%). Guardando all’immediato futuro le etichette made in Italy sembrano avviarsi ad una riscossa interessante in Giappone, mentre i mercati di Cina ed India, benché capaci di consolidarsi, sono considerati ancora marginali. Il Vinitaly 2010, oltre ad indagare l’impatto della crisi e le prospettive del mercato del vino, farà anche il punto con Coldiretti e Città del Vino sui mestieri del settore. Negli ultimi 5 anni, sono cresciuti gli aspiranti enologi con un boom di iscrizioni (+86%) nelle più importanti scuole enologiche del Paese. Ma la rassegna scaligera promuovera’ anche i migliori extravergine con il Sol mentre all’Enolitech sarà in vetrina “Magnifica”, la piu’ grande botte del mondo (40 metri cubi per una capacita’ di 32 mila litri) prodotta per affinare l’Amarone Tommasi.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su