Guardare alla Francia del vino significa ammirare un modello efficiente, capace di creare valore aggiunto e di fare sistema. Almeno dal punto di vista produttivo. Da quello fieristico, invece, qualche problema esiste, e se l’ultima edizione del Vinexpo di Bordeaux è sembrata molto sottotono, a prendere le redini del wine business francese è arrivata Parigi, che dopo la Wine Paris n. 1 (nata dalla collaborazione tra ViniSud e VinoVision Paris, ndr), a maggio ha annunciato la sinergia con Vinexpo Parigi.
Le due fiere andranno in scena in contemporanea, dal 10 al 12 febbraio, anticipando sul calendario i due appuntamenti più importanti del settore (ossia la Prowein di Dusseldorf, in programma dal 15 al 17 marzo, ed il Vinitaly di Verona, dal 19 al 22 aprile, ormai le due fiere di riferimento mondiale) e dividendosi i padiglioni della Paris Expo Porte de Versailles secondo una logica “geografica”, con l’unica eccezione rappresentata dallo spazio destinato al resto del mondo, cogestito dai due saloni, nel padiglione 7, dove troveranno spazio anche qualche produttore del Belpaese, dal Chianti al Prosecco.
Proprio il padiglione 7 sarà quello occupato da Vinexpo, che accoglierà i produttori di Bordeaux, i grandi marchi di Champagne e Cognac, il vino biologico (con la piattaforma “Wow”) e gli spirits (riuniti in “Be Spirits”), mentre i padiglioni 4 e 6 saranno gestiti da Wine Paris, che come detto riunisce i saloni Vinisud (e quindi i produttori di Languedoc, Roussillon, Pays d’Oc, Vallée du Rhône, Sud-Ouest, Provenza e Corsica) e Vinovision (Val de Loire, Centre-Loire, Borgogna, Beaujolais, Alsace, ed anche il Syndicat Général des Vignerons de la Champagne), oltre ai giovani vigneron (“Nouvelle Vague”) ed alle aziende che promuovono i vitigni antichi (“Découvertes de Wine Mosaic”).
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