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Parma è, ufficialmente, “città creativa per la gastronomia” dell’Unesco, prima volta che il riconoscimento viene assegnato ad una realtà italiana. A comunicarlo il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina: “grande soddisfazione”

Parma è, ufficialmente, “città creativa per la gastronomia” dell’Unesco, prima volta che il riconoscimento, assegnato a quelle città che dimostrano doti uniche nella creatività agroalimentare, arriva ad una realtà italiana. A dirlo il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina: “sono particolarmente soddisfatto di questo risultato, la visibilità dell’Unesco e delle sue città creative aiuterà non solo Parma ma tutto l’agroalimentare italiano per contrastare anche quei fenomeni di Italian sounding che fanno delle nostre produzioni tipiche le più imitate al mondo. L’Unesco oggi ha riconosciuto che il cibo non è solo un prodotto commerciale ma il simbolo di una comunità, il risultato di un processo identitario che dimostra la nostra creatività, anche in questo campo. Nessuno potrà replicare la capacità di chi il cibo lo produce e lo rende unico al mondo”. Tante le eccellenze del territorio parmense, dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma, solo per citare le più famose, realizzati in una food valley, di cui Parma è una delle capitali, dove, tra gli altri, nascono prodotti come il Culatello di Zibello, al Salame di Felino, al Fungo di Borgotaro o alla Malvasia di Candia.
Il negoziato, guidato dal professor, Pierluigi Petrillo, conferma l’impegno del Ministero dell’Agricoltura in ambito Unesco: pochi giorni fa ricorreva il primo anniversario dell’iscrizione della pratica agricola della vite al alberello di Pantelleria nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Unesco, la prima pratica agricola al mondo ad ottenere questo risultato. E sempre lo scorso anno è stata ottenuta l’iscrizione nella Lista dei patrimoni culturali materiali dell’Unesco del primo paesaggio vitivinicolo, quello delle Langhe-Roero e Monferrato.
Quella delle Città Creative è una rete - suddivisa in sette aree: Musica, Letteratura, Folk Art, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema - istituita nel 2004 da Unesco con l’obiettivo di creare una piattaforma internazionale fondata sulla socializzazione delle esperienze e sulla forza della creatività culturale: un elemento essenziale anche ai fini dello sviluppo economico. Il network Città Creative raccoglie attualmente 69 città di 32 Paesi. Le città italiane iscritte in questa lista sono tre: Bologna per la musica, Fabriano per l’artigianato e Torino per il design.
Al momento, invece, sono otto, nel mondo, le Città Creative per la Gastronomia: curiosamente nessuna è italiana. Le città in questione sono: Östersund (Svezia), Zahlé (Libano), Chengdu e Shunde (Cina), Jeonju (Corea del Sud), Tsuruoka (Giappone), Florianopolis (Brasile) e Popayán (Colombia). In competizione con Parma per entrare nella lista delle Città Creative Unesco per la Gastronomia sono l’americana Portland e la spagnola Burgos.

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