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PARMALAT: IO, MINI-ALLEVATORE, ROVINATO DA TANZI. SE NON CI PAGANO PORTEREMO LE MUCCHE DA CASERTA A PARMA

"Io, piccolo allevatore della provincia di Caserta, rischio di essere rovinato da Tanzi. Da quattro mesi nessuno paga il mio latte. Questa non è la ricca Padania: se entro 15 giorni non ci daranno i soldi, io e i tanti contadini di cui nessuno oggi parla, non avremo altra strada che portare le nostre mucche a Parma".
Antonio Rega, 45 anni, figlio di un altro allevatore, passa dalla disperazione alla rabbia. Nella sua azienda di Prata Sannita, 400 metri di altezza, ai piedi del Matese, in provincia di Caserta, si appoggia alla staccionata della stalla dove custodisce gelosamente, quasi come un tesoro di famiglia, le sue 150 mucche. Spiega: "Sono una delle vittime ignote di questo crack, si parla tanto di risparmiatori e azionisti e va bene. Ma noi? Ci sono i grandi allevatori, le industrie di imbustamento e siamo d'accordo ma del nostro problema chi si preoccupa? Ogni giorno, regolarmente, ancora oggi anche senza nessuna forma di garanzia sul pagamento, consegno 2000 litri di latte alla Berna, società del gruppo Eurolat, che fa parte della Parmalat. Non ho mai mancato al mio impegno. Qualcun altro, molto più importante di me, invece non ha fatto altrettanto".
E così, Rega - 4 dipendenti ("ma la mia - precisa subito - è una delle aziende di allevamento più grandi del Casertano perché tantissimi sono i piccoli allevatori che sopravvivono con le loro famiglie vendendo 200, al massimo 300 litri latte al giorno alla Parmalat") da oltre quattro mesi non riceve più un centesimo. Ha già maturato un credito di 120 mila euro. E' un macigno tale da portare alla chiusura perché Rega e gli altri allevatori della zona hanno un solo committente ("perché ormai il latte é monopolizzato da pochissime aziendé"). In totale, i 1.100 allevatori della Campania - 5.000 dipendenti, tra operai e indotto coinvolti - che conferiscono - secondo i dati diffusi dalla Coldiretti - 2.500 quintali al giorno aspettano di avere 40 miliardi delle vecchie lire.
Proprio l'Eurolat lavora 80 milioni di litri di latte all'anno ed il 75% è fornito dalle aziende campane. "Dovevamo aspettarci - ripete guardando al passato - che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere. Per un intero anno ci hanno pagato con ritardi fino a 90 giorni. Ora, da settembre, nessuno più si fa vivo con noi. Cosa dobbiamo fare? Il nostro latte continuiamo a consegnarlo regolarmente ma ora Bondi deve preoccuparsi anche di noi. Se chiuderemo chi si prenderà carico di noi, delle nostre famiglie, degli operai che da anni e anni mungono le mucche?". Per questo Rega lancia, a nome degli altri allevatori, un appello-ultimatum a chi ha preso le redini dell'azienda. "Sappiamo che ora si sta voltando faticosamente pagina ma di certo noi - sottolinea - non possiamo più andare avanti in queste condizioni. Se entro quindici giorni al massimo non ci verrà saldato quanto ci spetta faremo uscire le nostre mucche dalle stalle. Con i trattori inizieremo una lunga marcia fino a Parma. Quando si è disperati si è pronti a tutto".
A Bondi "rivolgiamo un invito caloroso a venire tra noi. Gli faremo conoscere, perché sappia i disastri che si stanno provocando, i tanti allevatori che non hanno più la forza di andare avanti. Non hanno banche alle quali rivolgersi, non riescono più a rimandare indietro i fornitori che chiedono di essere pagati". Ad appoggiare la protesta degli allevatori scende in campo la Coldiretti campana. "La crisi della Parmalat - sottolineano Gennaro Masiello e Vito Amendolara, rispettivamente presidente e direttore regionale che nelle prossime ore incontreranno l'ad di Eurolat, Alfredo Caetani - mette in ginocchio l'economia campana. Vogliamo garanzie sui crediti vantati e sulle prospettive delle nostre aziende. Si tratta - si sottolinea - di imprese che non possono in alcun modo essere riconvertite e che rischiano la chiusura. C'é il serio pericolo che interi territori, specialmente nelle aree interne, vengano abbandonati". Coldiretti Campania ha insediato un ufficio legale per affiancare le aziende colpite dalla crisi Parmalat ed annuncia prossime iniziative di piazza ("i motori dei trattori sono già accesi..." fanno sapere).

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