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Parmigiano Reggiano, +13,2 export nel 2015; un exploit malgrado il problema delle imitazioni. La quota di prodotto destinato ai mercati internazionali è così salita al 35%, collocandosi a 46.700 tonnellate, corrispondenti a 1.150.000 forme

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Parmigiano Reggiano, exploit malgrado il problema delle imitazioni

Nel 2015 le esportazioni di Parmigiano Reggiano sono aumentate del 13,2%, facendo segnare il più rilevante incremento dell’ultimo decennio. La quota di prodotto destinato ai mercati internazionali è così salita al 35%, collocandosi a 46.700 tonnellate, corrispondenti a 1.150.000 forme.
“In un solo anno - spiega il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti - abbiamo registrato un incremento pari a 130.000 forme, con il prodotto grattugiato che ha fatto segnare un +15,4%”.
Un exploit - spiega il Consorzio - che si è registrato nonostante il problema delle imitazioni e dei falsi continui a permanere in diversi paesi extraeuropei e gli inganni che continuano a perpetuarsi. Ma, nonostante i dati particolarmente positivi, sul futuro il Consorzio mantiene, però, una certa prudenza. “Abbiamo ampi spazi di crescita - sottolinea il direttore Deserti - ma non dobbiamo sottovalutare alcuni elementi congiunturali favorevoli che nel 2015 hanno pesato su questo rilevante aumento dell’export, soprattutto in relazione all’andamento del dollaro, che ha reso decisamente conveniente l’acquisto di Parmigiano Reggiano”.
Verso gli Usa si è registrato un aumento dell’export del 34% (le forme finite negli States sono state 225.000), tanto che oggi gli Stati Uniti si sono collocati al secondo posto della classifica dei Paesi importatori di Parmigiano Reggiano, scavalcando la Germania e collocandosi già a ridosso della Francia, che resta in vetta alla graduatoria. Dopo la fase più acuta della crisi economica, che aveva determinato un sensibile calo dei flussi, anche la Grecia è tornata a crescere a doppia cifra (+15%).

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