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PAROLE D’ORDINE? QUALITÀ E INNOVAZIONE. ECCO LE NUOVE SFIDE DELL’EXTRAVERGINE MADE IN ITALY E IL FUTURO DELL’ORO VERDE SULLO SCAFFALE È CERTIFICATO “ALTA QUALITÀ” ITALIANA PER DIFFERENZIARE IL MERCATO. COSÌ UNAPROL E CONSORZIO NAZIONALE OLIVICOLTORI

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Parole d’ordine? Qualità e innovazione. Ecco le nuove sfide dell’extravergine made in Italy, costretto da una concorrenza spietata a diversificare la propria offerta con un prodotto di categoria superiore. A dirlo Cno e Unaprol, le due organizzazioni nazionali dei produttori dell’oro verde impegnate nella distinzione sullo scaffale di un prodotto che sia certificato “Alta qualità” italiana, tema al centro del convegno “Alta qualità tracciata: se affiora, l’Italia migliora”, di scena oggi a Roma.

“È all’esame della Conferenza Stato-Regioni il testo del decreto ministeriale, in via di definizione da parte del Ministero delle Politiche Agricole - spiega Massimo Gargano, presidente Unaprol - che dovrà istituire il Sistema di Qualità Nazionale (Sqn) per l’olio extravergine di oliva di alta qualità. Una corsia preferenziale che, in aggiunta alla legge “Salva olio” recentemente entrata in vigore, potrà far affiorare quella qualità diversa e distintiva del nostro olio rispetto agli standard stabiliti dalla regolamentazione comunitaria vigente sulla denominazione di origine obbligatoria in etichetta e sui claim salutistici”.

“Il nome “Alta qualità” - sottolinea Gennaro Sicolo presidente Coi-Consiglio Olivicolo Internazionale - presuppone una differenziazione della classe dell’extravergine molto ampia in termini di prezzi, con differenze del 120% tra oli Dop e Igp ed extravergine base, creando una vasta area di potenziale valore”.

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