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PASQUA: CONSUMI UOVA CIOCCOLATO +23,9% IN 5 ANNI. COLOMBE +12,3%, VALORE COMPLESSIVO 486 MILIONI DI EURO

A Pasqua vince la tradizione: in 5 anni i consumi di colombe cono cresciuti del 12,3% e quello di uova di cioccolato del 23,9%. D’altra parte, come in generale per tutte le festività, la Pasqua rappresenta un momento di forte concentrazione dei consumi di prodotti dolciari, soprattutto di quelli appunto legati alle tradizioni.A Pasqua 2003 sono state oltre 40 milioni le colombe consumate in 14 milioni di famiglie italiane, e poco meno di 45 milioni le uova di cioccolato che gli italiani si sono scambiati per farsi gli auguri. Complessivamente sono state vendute 34.200 tonnellate di dolci lievitati pasquali, di cui il 76% colombe tradizionali, il 15,2% colombe speciali e l’8,8% torte pasquali, con incremento del 4,6% sul 2002 e del 12,3% sul 1999.

I maggiori consumi si sono avuti nel Sud (33%), seguito dal Nord-Ovest (25,8%), dal Centro (22,4%) e dal Nord-Est (18,8%). Le vendite di uova di cioccolato a Pasqua 2003 hanno raggiunto le 8.800 tonnellate (il 6% in più sul 2002 e il 23,9% sul 1999). Il 30,6% delle vendite si è concentrato nelle regioni del Centro, seguito dal Nord-Ovest con il 26,9%, dal Sud con il 24% ed infine dal Nord-Est con il 18,5%. Oltre la metà delle uova di Pasqua vendute è di piccolo taglio, fino a 250 grammi; circa il 60% è di cioccolato al latte, quello più gradito ai bambini.

Negli ultimi anni, tuttavia, si osserva una sensibile tendenza alla diversificazione, che vede in crescita le uova con altre tipologie di cioccolato: gianduia, bianco, con nocciole e, soprattutto, fondente di qualità extra. I volumi di produzione, nel quinquennio 1998/2002, sono cresciuti rispettivamente dell’8,6% per i lievitati pasquali (34.000 tonnellate di colombe e altri lievitati di ricorrenza pasquale per un valore di oltre 165 milioni di euro) e del 16,1% per le uova di cioccolato (10.100 tonnellate per un valore di 321 milioni di euro).

Pasqua 2004 segna la definitiva attuazione del “Progetto Aidi di tutela della qualità dei lievitati di ricorrenza”, che fissa appunto a tale data l’obbligo per tutte le aziende produttrici associate (che coprono oltre l’85% del mercato) di rispettare i disciplinari produttivi definiti in ambito associativo per poter utilizzare la denominazione riservata “colomba”. Il dolce tradizionale che gli italiani identificano con la “colomba pasquale”, ricorda in proposito l’Associazione delle industrie dolciarie italiane, è un dolce lievitato da forno, che nella forma ricorda appunto una colomba, costituito da una soffice pasta, arricchito di scorze di agrumi candite (non meno del 15%), ricoperto di glassa e decorato con mandorle e zucchero in granella. L’impiego di ingredienti accuratamente selezionati (esclusivamente uova di “categoria a” e burro in quantità non inferiore al 16%) e il lungo e complesso processo di lavorazione (con l’uso della lievitazione naturale) sono gli elementi indispensabili per produrre un dolcedelicato e fragrante. La disciplina produttiva Aidi riguarda anche le colombe cosiddette “speciali”, dolci arricchiti di farciture, ricoperti o decorati diversamente dalla ricetta classica, ma che rispettano le caratteristiche previste dell’impasto base. L’impegno per salvaguardare e valorizzare le produzioni delle specialità dolciarie tradizionali non si ferma ad una iniziativa di autodisciplina: l’Associazione è infatti intervenuta per promuovere presso le autorità competenti una definizione normativa di questi prodotti al fine di tutelare i consumatori da contraffazioni.

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