La pasta è troppo cara o non è buona come promettevano i messaggi pubblicitari? Per metterci al riparo da brutte sorprese, proprio quando nel piatto c’é un cibo cui non rinunceremmo mai, arriva il decalogo messo a punto da Total Quality Food. Le dieci regole vanno dalle “componenti decisive” del prodotto (caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche, ingredienti …), alle nozioni sul processo produttivo, per finire alla trasparenza nelle informazioni scritte sulle confezioni. Seguendo queste indicazioni, il consumatore non può finire in trappola, come nei casi accertati dall’indagine illustrata oggi, e pagare 6 euro 500 grammi di pasta, quando il prezzo giusto sarebbe stato un quinto o poco più, oppure acquistare un prodotto industriale convinti che sia artigianale, sborsando il triplo del dovuto. Il convegno di Torino cade a pochi giorni da “Pasta day”, l’incontro promosso a New York dall’Unipi (industriali pastai) dall’Ice (Istituto per il commercio estero) e dal sito internet “BuonItalia”, a difesa di una produzione tipica che rappresenta un export annuale pari a 2 miliardi di dollari negli Usa. Un fatturato messo a rischio dalla recente campagna negli Stati Uniti contro le diete ricche di carboidrati.
In Italia il valore di mercato della sola pasta secca è pari a 2,2 miliardi di euro e ogni anno vengono immesse sul mercato tre milioni e 50 mila tonnellate. Ma anche nel nostro Paese, dove spaghetti e fusilli sono di casa, i consumatori devono imparare a conoscere meglio la loro amata pasta: il decalogo di Total Quality Food per il consumatore avveduto avverte che la pasta secca deve contenere un elevato tenore di proteine (superiore al 13,5%), un alto indice di glutine (maggiore di 80/100), un valore granulometrico compreso tra i 400 e i 500 micron di diametro. Guardando al processo di produzione, invece, dovremo sincerarci che l’impasto sia avvenuto con la temperature dell’acqua inferiore a 25 gradi. Dobbiamo sapere, ancora, che la trafilatura a bronzo è necessaria perché le paste leghino bene ai sughi e che l’essiccazione sia lenta, da 15 a 30, a seconda dei formati e a bassa temperatura, per mantenere inalterata la struttura del glutine. Altrimenti, non stupiamoci se la pasta diventa colla o il sugo scivola via.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024