Se Leonardo, Michelangelo e compagnia bella sono il simbolo dell'Italia nel mondo, la pasta non ha nulla nulla da invidiare a questa leadership: spaghetti & company sono infatti ben saldi al posto come simbolo del made in
Italy. Lo rivela un sondaggio Cirm, condotto dall'Unione
Industriale Pastai Italiani (Unipi) per la Giornata Mondiale della Pasta (25 ottobre).
Del campione intervistato, ben il 46% ha dichiarato che il
patrimonio artistico, storico e culturale sia il miglior
biglietto da visita dell'Italia nel mondo. Il 23%, invece, ha indicato spaghetti & company come il miglior pass partout italiano. Questa percentuale, però, lievita fino al 31% fra i giovani di età compresa fra 18 e i 34 anni che, a discapito di Michelangelo, Raffaello e Caravaggio, si dichiarano molto più pastaioli del pubblico maturo. Fra gli italiani che viaggiano, invece, la pasta si trasforma in oggetto del desiderio: il 38% degli intervistati afferma
infatti che in viaggio la cosa che più manca è proprio la
pasta. Questa percentuale sale al 43% fra i viaggiatori
meridionali e delle isole. Tornando a casa da una vacanza
all'estero, il 34% del campione ha dichiarato di "tuffarsi" nel piatto di pasta preferito, al quale hanno dovuto rinunciare per tutto il soggiorno. All'estero, comunque, gli italiani hanno abbandonato la ricerca del ristorante Italian Style, al quale preferiscono i locali tipici o quelli che offrono cucina internazionale. Se la pasta è la cosa che manca di più nei soggiorni all'estero, la maggior parte degli intervistati (39%) afferma però che durante un viaggio non rinuncerebbero mai al caffé ed al cappuccino, simboli della colazione italiana in tutto il mondo. Il 24% invece si dichiara paladino della pasta, seguita a distanza dall'olio d'oliva (11%), da mozzarella e parmigiano
(7%) e dal vino (6%). L'Italia produce 3 milioni di tonnellate di pasta all'anno, per un valore complessivo 6.000 miliardi di lire, di cui il 46% destinato all'esportazione. Nel 2000, il volume complessivo di
pasta esportata ha toccato quota 1.400.000 tonnellate, il
miglior risultato mai registrato, per un valore di 2.000
miliardi di lire.
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