Patate fritte anti-aging? Solo se cotte nell’olio extravergine di oliva. Sembra un paradosso, o forse no, visti i recenti studi Usa che sostengono che chi è in sovrappeso vive più a lungo, ma la patatina, additata come una delle pietanze sempre presenti nel cosiddetto “junk food”, non fa male, a patto però che sia cotta con olio extravergine. Così le patatine sono più digeribili di quelle cotte con altri oli alimentari e anche più ricche di sostanze antiossidanti che combattono l’invecchiamento. Parola del Consorzio olivicolo italiano Unaprol, che mette fine a una lunga sfida tra i fornelli tra extravergine e semi, grazie allo studio del Dipartimento di Scienza degli Alimenti della Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli, che ha preso in esame il ciclo di cottura di una normale friggitrice domestica dimostrando che da ogni 100 grammi di patatine fritte per 7-8 minuti alla temperatura di 180-200 gradi con olio extra vergine, è stato possibile estrarre e dosare tra i 3 e gli 8 mg di sostanze fenoliche antiossidanti.
“L’olio extra vergine di qualità - afferma il presidente di Unaprol Massimo Gargano - resiste alle elevate temperature meglio di altri oli alimentari per il basso contenuto di componenti polinsaturi e per la presenza di antiossidanti, anche dopo diverse ore di frittura continua. Questo è possibile perché nel corso della frittura l’olio extra vergine rilascia parte degli antiossidanti più idrosolubili (idrossitirosolo), arricchendo i cibi fritti di questi benefici componenti naturali. Peccato - conclude Gargano - che di patate fritte con l’olio extravergine di oliva, ve ne siano ancora così poche in commercio”.
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