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PATRIZIA CROCIANI, DIRETTORE VENDITE DI COLPETRONE E DELLE TENUTE SAIAGRICOLA, E’ IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI MONTEFALCO … LE PROTESTE DEI PRODUTTORI STORICI CHE HANNO RILANCIATO IL TERRITORIO DEL SAGRANTINO

E’ stato da poco eletto il presidente del Consorzio dei Vini di Montefalco: si tratta di Patrizia Crociani, direttore vendite dell’azienda umbra Colpetrone del Gruppo Saiagricola, che, dopo la recente nomina di Letizia Cesani alla medesima carica per il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, va ad accrescere la presenza femminile nei ruoli chiave dei territori del mondo del vino italiano.

Un impegno difficile in un Consorzio che ha sofferto, anche nel recente passato, di frizioni interne e qualche defezione importante e che, specie in un momento così delicato sul fronte dei mercati, deve necessariamente perseguire una convinta ricomposizione di tutto il sistema: dal piano dei controlli alle modifiche al disciplinare, dalla promozione al bilancio consortile.

La nomina della Crociani (che ha sostituito Lodovico Mattoni) non ha trovato d’accordo tutto il territorio di Montefalco ed importanti realtà produttive da Caprai ad Antonelli, da Adanti a Perticaia (Guardigli), da Tabarrini ad Antano, hanno messo da subito sul tappeto questioni da considerarsi prioritarie per la piena riuscita del lavoro che attende la neopresidente.

In una lettera al neo presidente Crociani, Marco Caprai, che ha rilanciato il Sagrantino ed il territorio in Italia e nel mondo, chiede un “equilibrio del sistema” (è ormai drammaticamente chiaro che Montefalco è l’epicentro della bolla speculativa nel campo del vino e, senza tornare sulle responsabilità, si deve mettere mano ad un piano di medio-lungo periodo che riduca drasticamente le rese, consigli il reinnesto con varietà alternative e favorisca l’espianto per quanti comunque non ce la faranno”) e interventi di “promozione e valorizzazione” (“serve un piano strategico per programmare il futuro, utilizzare per il meglio i pochi soldi disponibili e dismettere così la strategia del day-by-day …”). E, poi, chiude Caprai, “il termine del 31 luglio si avvicina e non siamo stati in grado di approfittarne per rendere le regole più adatte al momento, per migliorare la qualità e per trovare nuove opportunità per le nostre imprese che pagheranno ancora di più questa crisi”.

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