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PER COMBATTERE LE FRODI, ORA ANCHE I NAS VANNO A SCUOLA PER DIPLOMARSI ASSAGGIATORI DI OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA: IL CORSO LO PROMUOVE UNAPROL. FOCUS: NAS, -35% FRODI IN 6 MESI GRAZIE A OBBLIGO ETICHETTA. COLDIRETTI: “OBBLIGO PER TUTTI I PRODOTTI”

Assaggiatori di olio extravergine di oliva in divisa, per contrastare a 360° le frodi a danno di uno degli alimenti più contraffatti del made in Italy. E venti sono i primi Carabinieri dei Nas (Nuclei antisofisticazione e sanità) che hanno ricevuto l’attestato professionale nel corso di perfezionamento di tecniche di assaggio sensoriale, realizzato attraverso l’Apol-Lazio nel programma di formazione, promosso da Unaprol, il Consorzio olivicolo italiano.
“L’iscrizione all’albo nazionale è un valore aggiunto per gli ispettori del Nas - spiega il comandante generale, Cosimo Piccinno - che ha permesso loro di conoscere le qualità organolettiche dell’olio; un passo importante contro la lotta alle agropiraterie ed è la prima volta che questo avviene tra tutte le forze di polizia”. Per il presidente di Unaprol Massimo Gargano, si tratta di “un rafforzamento della rete di anticorpi contro frodi e sofisticazioni”, e aggiunge che il Nas, forte di questo riconoscimento “aiuterà a far luce sulle zone d’ombra di un sistema penalizzato da troppi prestigiatori di un settore che, dalla pianta al frantoio, vale 2,5 miliardi di euro”. A peggiorare la situazione, secondo Gargano, c’è il prezzo alla produzione che, per il secondo anno consecutivo, è sotto i 3 euro, depresso per oltre 1,5 euro. “Purtroppo - conclude il presidente di Unaprol - ad essere depresso in questo mercato è solamente il prezzo e non i consumi che invece sono in costante crescita”.

Focus - Nas: -35% le frodi in 6 mesi grazie all’obbligo della provenienza in etichetta. Coldiretti: “estendere l’obbligo in etichetta a tutti i prodotti”
Da luglio a dicembre 2009 le frodi nel settore dell’olio extravergine di oliva sono diminuite del 30-35% grazie all’entrata in vigore del regolamento sull’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta. Lo sottolinea il comandante dei Nas (Nuclei antisofisticazione e sanità) generale Cosimo Piccinno, secondo il quale “il regolamento n. 182/09 è uno strumento ulteriore per poter controllare tutta la filiera”. Per la Coldiretti significa che “per difendere il made in Italy occorre accelerare sull’entrata in vigore dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta in tutti i prodotti alimentari a partire dal latte e dai suoi derivati”.
Nel 2009 i militari dell’Arma hanno effettuato 1.216 ispezioni, rilevato 186 infrazioni penali, e contestato 330 infrazioni amministrative. A seguito dell’attività di controllo e repressione, hanno denunciato a piede libero 95 persone all’autorità giudiziaria e 230 a quelle amministrative. Sono stati prelevati 402 campioni di alimenti sottoposti ad esami di laboratorio e chiuso per motivi di salute pubblica 41 strutture. L’attività di sequestro ha riguarda inoltre 63.000 litri di prodotto per un valore commerciale di oltre 250.000 euro.
Per la Coldiretti “si tratta di un segnale importante che conferma la necessità di stringere le maglie della normativa a livello nazionale e comunitario per valorizzare e difendere i primati del made in Italy e garantire la sicurezza alimentare dei cittadini”. Secondo la Coldiretti, il danno ai consumatori e alle imprese agricole italiane causato dal falso made in Italy a tavola, in Italia e all’estero, dovuto alla vendita di prodotti alimentari pagati come italiani senza esserlo, è stimato in 70 miliardi e riguarda in Italia 2 prosciutti su 3 venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche 3 cartoni di latte a lunga conservazione su 4 che sono stranieri senza indicazione in etichetta e oltre un terzo della pasta che è ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori.
Secondo un’indagine Coldiretti-Swg la quasi totalità dei cittadini (97%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti, per colmare una lacuna ancora presente nella legislazione comunitaria e nazionale, ma in Italia la metà della spesa è ancora anonima. La Coldiretti ricorda il “pressing” che ha portato all’obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca, all’arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all’obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, all’obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all’etichetta del pollo made in Italy per effetto dell’influenza aviaria dal 17 ottobre 2005 e all’etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008. Dal primo di luglio è arrivato anche l’obbligo di indicare l’origine delle olive impiegate nell’extravergine, ma, per la Coldiretti, “molto resta ancora da fare e per oltre il 50% della spesa l’etichetta resta anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello, per la pasta, le conserve vegetali, ma anche per il latte a lunga conservazione e per i formaggi non a denominazione di origine.

In evidenza - L’etichetta con l’origine sulle tavole degli italiani
Cibi con l’indicazione di provenienza
Carne di pollo e derivati
Carne bovina
Frutta e verdura fresche
Uova
Miele
Passata di pomodoro
Latte fresco
Pesce
Extravergine di oliva
e quelli senza
Pasta
Carne di maiale e salumi
Carne di coniglio
Frutta e verdura trasformata
Derivati del pomodoro diversi da passata
Latte a lunga conservazione
Formaggi non Dop
Derivati dei cereali (pane, pasta)
Carne di pecora e agnello
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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