Rosso, potente, lussuoso, uno dei simboli del “made in Italy” nel mondo: per il Brunello di Montalcino, la “Ferrari del vino”, il 2002 è stato un anno d’oro, il più fortunato per l’economia e l’immagine del territorio. Il merito è della vendemmia 1997, la migliore del secolo, che ha suscitato un richiamo particolarmente forte in tutto il mondo e ha fatto chiudere il 2002 con un fatturato record: 143 milioni di euro di business, con un balzo in avanti del 10% sul 2001. Una vendemmia eccezionale, che ha catapultato Montalcino alla ribalta della critica enologica internazionale: Wine Spectator, la “bibbia” del vino americano, piazza infatti un Brunello (Castello Banfi) al terzo posto della Top 100, super-classifica dei migliori vini del mondo (ed altri sei i Brunelli selezionati tra i primi cento, con punteggi stratosferici).
Intanto, a Montalcino, il Brunello è tutto esaurito: completamente venduta la produzione delle ultime annate, mentre migliaia di bottiglie di Riserva 1997 sono state “opzionate” - ancora prima di essere immesse in commercio - da importatori e ristoratori americani, tedeschi e svizzeri, che non hanno voluto correre il rischio di rimanere a mani vuote. E c’è un sondaggio dell’Osservatorio del Salone del Vino di Torino a confermare il primato del Brunello a casa nostra: secondo 200 enoteche italiane la griffe di Montalcino è leader indiscussa nelle preferenze di clienti ed appassionati del buon bere. Per presentare a giornalisti ed operatori l’annata 1998 e la Riserva 1997 approda a Montalcino il 14 e 15 febbraio - dopo un road show in Inghilterra, Austria, Germania e Stati Uniti - l’evento internazionale “Benvenuto Brunello”, organizzato dal Consorzio di tutela e valorizzazione del famoso vino.
“Benvenuto Brunello” è importante anche perché assegna il rating della vendemmia: il 2002 è stata un’annata difficile in tutta Italia, in cui si è registrato il raccolto più scarso e deludente degli ultimi quaranta anni. Per celebrare il Brunello 2002 (che uscirà nel 2007), è stato chiamato lo stilista fiorentino Roberto Cavalli a dipingere, nel segno della trasgressione, la tradizionale formella di ceramica che rappresenta l’annata e la relativa votazione in stelle, destinata ad essere collocata sulle mura del duecentesco palazzo comunale di Montalcino.
La formella dipinta da Cavalli si aggiungerà a quelle firmate da altri noti personaggi, come la stilista Miuccia Prada, il pittore Sandro Chia, il fotografo Oliviero Toscani, la campionessa di sci Deborah Compagnoni, lo stilista Ottavio Missoni, il designer Giorgetto Giugiaro: una galleria unica al mondo in cui nomi celebri del nostro Paese hanno voluto offrire il loro personalissimo tributo al Brunello.
Il comparto di Montalcino gode di ottima salute, e lo dimostrano i dati: la produzione totale di bottiglie nel territorio è di 12,5 milioni: 5,5 quelle di Brunello, di cui 700.000 bottiglie di Riserva. Le bottiglie di Rosso di Montalcino sono 3 milioni, a cui si aggiungono 1 milione di bottiglie di Sant’Antimo e 100.000 di Moscadello. Per il resto (3 milioni di bottiglie) i vini di Montalcino hanno una denominazione Igt. L’export tocca quota 64% (in particolare gli Usa sono il primo mercato, a seguire ci sono Svizzera, Germania, Canada e Austria). Quotazioni record anche per i valori fondiari: un ettaro di vigneto di Brunello, secondo un’indagine effettuata dall’Istituto Nazionale d’Economia Agraria (Inea), ha raggiunto oggi un valore di 250.000 euro, quasi mezzo miliardo di lire (ma talvolta i valori reali salgono anche a 4/500mila euro). I viticoltori di Montalcino sono 220 - di cui 156 imbottigliatori. Gli ettari a vigneto nel territorio sono 3.000, di cui 1.550 sono iscritti all’albo del Brunello. Notevoli anche le cifre che si muovono intorno al Brunello: il territorio di Montalcino registra 80 milioni di euro di indotto nel turismo e nel terziario, con un flusso di oltre 900.000 turisti all’anno.
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