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GUIDA

Per non perdersi tra le annate dei vini top d’Italia, la “Vintage Chart” di Wine Lister

Dalla 1990 di Barbaresco alla 2010 di Barolo, passando per la 2004 di Brunello di Montalcino: così la media dei punteggi della critica internazionale
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Le vecchie annate in cantina

Ricordarsi la qualità delle annate passate dei grandi vini italiani non è sempre facile, perché ogni territorio vive andamenti stagionali diversi, e spesso è difficile persino dare una valutazione omogenea a carattere regionale. È, però, fondamentale, specie in un Paese come l’Italia, capace di produrre grandi vini praticamente ovunque, ma non sempre, appunto, nello stesso anno. Per districarsi tra denominazioni e millesimi, una guida esiste, ed è la “Vintage Chart” di Wine Lister, che assegna un punteggio, in centesimi, ad ogni annata, a ritroso, fino alla 1970. Una valutazione che nasce dalla media dei voti assegnati da alcuni dei principali critici enoici del mondo - da Jancis Robinson ad Antonio Galloni e Neal Martin (Vinous), da Bettane+Desseauve a Jeannie Cho Lee - ai vini dei principali territori del mondo e, ovviamente, d’Italia.
In un breve “ripasso” a volo d’uccello tra le cantine del Belpaese, così, spiccano la 1990 e la 2004 di Barbaresco, con un punteggio medio di 96/100, ma anche la 2004, la 2007 e la 2010 di Barolo, valutate 97/100. Lasciando il Piemonte, in Toscana, fortunato chi ha in cantina il Brunello di Montalcino 1997, 2004, 2006, 2007 e 2010, annate valutate 95/100 dalla critica internazionale. Nel vicino Chianti Classico, invece, il Sangiovese ha dato il suo meglio nel 2016, annata da 94/100. Meglio ancora hanno fatto i Super Tuscan, con una lunga serie di annate al top, tra le quali spiccano la 2010 e la 2016, da 97/100. Tante le annate di Amarone da 93/100, come la 2011, la 2009, la 2008, la 2006 e la 2001, solo per restare sulle più recenti.
Trovano spazio, nella “Vintage Chart” di Wine Lister, anche i rossi della Campania, con millesimi come il 2004, il 2007 e il 2010 da 94/100, all’altezza dei grandi territori del vino. Semplificando e mettendo a sistema la mole enorme dei dati e le migliaia di voti dei wine critic, si riesce persino a dare un voto di sintesi all’intero vigneto Italia, che lascia però il tempo che trova. Due sono le annate eccezionali per il Belpaese, la 1989 e la 1990, entrambe da 96/100. Una media voto decisamente più alta della vicina Francia, che però vanta un ventaglio di territorio costantemente recensiti decisamente più ampio, che va dai rossi di Bordeaux e Barolo ai bianchi dell’Alsazia.

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