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L’APPELLO

“Per vivere più a lungo vanno aumentate le tasse su alcolici e bevande zuccherate”

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) torna alla carica, mettendo nel mirino il consumo tout court, e non solo l’abuso
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede più tasse per gli alcolici (ph: Freepik)

Aumentare le tasse sugli alcolici per migliorare la vita delle persone. Torna alla carica l’Organizzazione Mondale della Sanità (Oms), che in questi giorni ha invitato, ancora una volta, gli Stati del mondo ad aumentare le tasse su tutte le bevande alcoliche e zuccherate, al netto che si parli di consumo o di abuso, per disincentivare i consumi e al contempo raccogliere più fondi da destinare alla sanità. E lo ha fatto pubblicando anche dei dati (qui la nota ufficiale) che mostrano come, a livello globale, ci sia “una bassa aliquota fiscale applicata ad alcol e bevande zuccherate”, le cosiddette “sugary sweetened beverages” (Ssb). L’Oms ha sottolineato come “la maggior parte dei Paesi non utilizza le tasse per incentivare comportamenti più sani”, ritenendo come l’implementazione di tasse su alcool e bevande zuccherate può avere effetti importanti per la longevità della popolazione e quindi che possono aiutare ad invertire un trend che vede, a livello globale, 2,6 milioni di persone che “muoiono ogni anno a causa del consumo di alcol e oltre 8 milioni a causa di una dieta malsana”. Con l’Organizzazione Mondiale della Sanità che, ancora una volta, mette nel mirino il semplice consumo di alcolici, sulla cui dannosità o bontà, se si parla di consumi moderati, il dibattito è infinito, e non l’abuso, da tutti, ovviamente, riconosciuto come nocivo.
Emergono dati comunque non uniformi tra le nazioni: ad esempio, la metà di tutti i Paesi che tassano le SSB tassano anche l’acqua, cosa non raccomandata dall’Oms. Oppure che almeno 148 Paesi hanno applicato accise alle bevande alcoliche a livello nazionale, anche se il vino è esente in oltre 20 Paesi (anche in Italia, ndr), la maggior parte dei quali è in Europa. A livello globale, in media, la quota delle accise sul prezzo della marca di birra maggiormente venduta è pari al 17,2% mentre per quella più acquistata della tipologia di superalcolici che va per la maggiore è del 26,5%. L’Oms cita uno studio del 2017 che mostra come “le tasse che aumentano i prezzi dell’alcol del 50% aiuterebbero ad evitare oltre 21 milioni di morti in 50 anni e genererebbero quasi 17 trilioni di dollari di entrate aggiuntive. Ciò equivale alle entrate totali del Governo di otto delle più grandi economie del mondo in un anno”.
Un concetto espresso anche dal dottor Rűdiger Krech, Direttore della Promozione della Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “tassare i prodotti malsani crea popolazioni più sane. Ha un effetto a catena positivo in tutta la società: meno malattie e debilitazioni” ma anche più “entrate per i governi per fornire servizi pubblici. Nel caso dell’alcol, secondo l’Oms, le tasse aiutano anche a prevenire la violenza e gli incidenti stradali”. E poi c’è il caso “virtuoso” della Lituania che ha aumentato il gettito fiscale sull’alcol “da 234 milioni di euro nel 2016 a 323 milioni di euro nel 2018” vedendo diminuire i decessi correlati all’alcol da 23,4 per 100.000 persone nel 2016 a 18,1 nel 2018. L’Oms ha raccomandato che l’accisa venga applicata a tutti i SSB e alle bevande alcoliche, e sta anche pubblicando un manuale tecnico sulla politica e sull’amministrazione fiscale degli alcolici.

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