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CRISI COVID

“Perché condannare la ristorazione”? Gli Ambasciatori del Gusto non ci stanno

L’Associazione ha scritto al Presidente della Repubblica, ai Ministri e ai Presidenti delle Regioni: “basta con giorni alterni e promesse non mantenut
AMBASCIATORI DEL GUSTO, CIBO, COVID, CRISI, RISTORAZIONE, vino, Non Solo Vino
Crisi ristorazione, gli Ambasciatori del Gusto scrivono a Mattarella ed alle Istituzioni

“Se non ce la facciamo noi non ce la farà nemmeno il Made in Italy”. Un settore in ginocchio, sempre più sfiduciato e che si sente inascoltato. Ma che non si vuole arrendere. Parliamo della ristorazione tout court, uomini e donne che, con il loro lavoro, divulgano al mondo intero una delle eccellenze più importanti, anche a livello economico, del Belpase: la cucina. Il Covid ha messo un macigno che adesso appare difficile da sollevare per tutti quegli imprenditori che a più riprese hanno fatto sentire la propria voce con la speranza che le loro ragioni venissero accolte.
“A distanza di dieci mesi dall’inizio dell’emergenza continuiamo a non essere ascoltati nonostante i continui appelli e le proposte di fattiva collaborazione. Ci avete, di fatto, mal considerati se non addirittura dimenticati”. Va dritto al punto, senza nascondersi, l’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto, che riunisce le più grandi firme della cucina italiana, guidata da Cristina Bowerman, e che ha scritto una lettera diretta al Presidente della Repubblica, ai Ministri e ai Presidenti della Regione per chiedere un veloce cambio di passo per la ristorazione italiana, pur prendendo le distanze, come già fatto dalla Fipe/Confcommecio, con la protesta spontanea #IoApro1501, che domani vedrà locali di tutta Italia aprire tutto il giorno, nonostante i divieti
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“Siamo da sempre in prima linea nella difesa, tutela e promozione globale del Made in Italy e della cucina italiana di qualità. Nel farlo abbiamo sempre dialogato con Voi Istituzioni con l’obiettivo di restituire valore all’intero settore. Oggi gli obiettivi, di tutti, sono la sopravvivenza e la ripartenza: dietro ogni saracinesca abbassata ci siamo noi imprenditori con le nostre famiglie e quelle dei nostri collaboratori e fornitori. La filiera di cui tanto si parla è fatta di uomini e donne che, al pari di altre categorie, hanno il diritto di essere ascoltati e di sapere cosa succederà delle loro imprese. Non solo. Se noi non ce la facciamo, se le nostre imprese chiudono, anche il Made in Italy non ce la farà. Serve chiarezza d’intenti, serve coerenza nel fissare gli obiettivi di medio-lungo termine, serve tempestività d’azione: le parole d’ordine non possono più essere sempre e soltanto “chiusura” o “sussidi". La chiusura non offre alternative. Noi le alternative vogliamo averle, l’Italia merita di averle, e siamo pronti, ancora una volta, a costruirle insieme a Voi nel totale rispetto delle regole e della sicurezza. Un rispetto che ha sempre contraddistinto il nostro agire e che confermiamo anche oggi prendendo le distanze da chi, in forma di protesta, sceglie di riaprire i propri locali”. No ai gesti eclatanti, sì a un cambio necessario che porti ad un ritorno delle attività a pieno regime.
“Chiediamo - continua l’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto - una riapertura in sicurezza, regolamentata e controllata, che spazzi via una volta per tutte l’idea del ristorante come untore. Già nei mesi estivi abbiamo ottemperato, con grandi sacrifici, a tutti gli obblighi da Voi imposti come nuovi standard di sicurezza. Se è necessario, siamo pronti a studiarne insieme ulteriori. Se invece un’alternativa siete certi che non ci sia, la chiusura deve essere secca. Basta con i giorni alterni e con i provvedimenti a singhiozzo. Basta con le promesse non mantenute. Alla chiusura certa devono seguire ristori certi, adeguati e immediati, per ripartire, per poter continuare ad imprendere, non solo per tamponare. Quanto è stato fatto finora non è sufficiente né pertinente: non si tratta di elargire un sussidio ma di pianificare una ripartenza e la ristrutturazione di un intero settore. Le nostre imprese non devono sopravvivere devono tornare a essere performanti, a fare quello per le quali sono state - non senza fatica - create. Ecco perché ribadiamo l’urgenza di una Visione di medio e lungo termine a cui fare riferimento e di un interlocutore istituzionale con cui dialogare in modo costruttivo e lungimirante”. Un confronto su cui discutere di vari temi, “dalla sicurezza alla fiscalità, ivi compresa la definizione di codici Ateco più adeguati a rappresentare le varie categorie di esercenti. Lavoriamo insieme, voi con noi, per trasformare le difficoltà in opportunità per costruire le basi del nostro futuro. Solo così avremo la possibilità di risollevarci e porgere la mano a tutti i nostri collaboratori e fornitori senza i quali la Ristorazione Italiana, e il Made in Italy che tutto il mondo ci invidia, non esisterà più. L’alternativa è drammatica. Quindi Vi chiediamo: è giusto condannare a morte la Ristorazione Italiana? È corretto farle espiare tutte le colpe di questa terribile “guerra”? O c’è qualcosa che ancora si può fare per cambiare le sorti di un settore che da sempre traina il Sistema Italia in termini di valore economico, ma anche per identità, cultura e stile di vita?”.
Gli Ambasciatori del Gusto firmatari: Andrea Alfieri, Francesco Arena, Corrado Assenza, Salvatore Avallone, Enrico Bartolini, Gennaro Battiloro, Cesare Battisti, Michela Berto, Andrea Berton, Alessandro Billi, Domenico Boccuzzi, Eugenio Boer, Vittorio Borgia, Angelo Borrelli, Renato Bosco, Cristina Bowerman, Paolo Brunelli, Roy Caceres, Pasquale Caliri, Antonino Cannavacciuolo, Mariella e Alfonso Caputo, Giuseppe Carrus, Martina Caruso, Moreno Cedroni, Antonio Cera, Caterina Ceraudo, Fratelli Cerea, Claudio Chinali, Sandra Ciciriello, Fabio Ciriaci, Antonello Colonna, Andrea Costantini, Carlo Cracco, Bonetta Dell’Oglio, Alessandro Del Trotti, Franca Di Mauro, Fabrizio Facchini, Anthony Genovese, Alessandro Gilmozzi, Massimiliano Giovannini, Oliver Glowig, Nicolò Grazioli, Paolo Griffa, Stefano Guizzetti, Davide Oldani, Pietro Leemann, Leandro Luppi, Paolo Marchi, Luca Marchini, Solaika Marrocco, Stefano Masanti, Gianfranco Massa, Aurora Mazzucchelli, Luciano Monosilio, Nino Mosca, Fabrizio Nonis, Davide Oldani, Simone Padoan, Gianfranco Pascucci, Giovanni Peggi, Giancarlo Perbellini, Mirko Petracci, Barbara Pollastrini, Massimiliano Prete, Francesco Pucci, Marina Ravarotto, Giuseppe Romano, Raffaele Ros, Marco Sacco, Francesco e Salvatore Salvo, Corrado Scaglione, Marta Scalabrini, Giorgio Scarselli, Gioacchino Sensale, Nikita Sergeev, Pier Daniele Seu, Antonio Tubelli, Daniele Usai, Viviana Varese, Tommaso Vatti, Iginio Ventura.

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