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PERDERE PESO E, INSIEME, LA SALUTE: I RISCHI CHE SI CELANO DIETRO LE DIETE “FAI-DA-TE”, VERO SPECCHIO PER LE ALLODOLE CHE “ABBAGLIA” MOLTISSIMI GIOVANI. CON EFFETTI DEVASTANTI SUL FISICO E SULLA PSICHE. A DIRLO, L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ

C’è quella “dissociata”, fatta di carboidrati a pranzo e proteine a cena, c’è quella “Beverly Hills”, di sola frutta, quella “del minestrone” (nomen omen), o quella “dell’ananas”. Parliamo delle diete che, manco a dirlo, in estate vedono una vera e propria proliferazione, perché in estate - si sa - i corpi si scoprono, e non sia mai che si mettano a nudo ciccia e cellulite. Qualcuno si potrebbe addentrare tra i risvolti psicologici della questione, percorrendo la strada che porta alla critica di una società che si basa sull’immagine e fatta di individui che non accettano se stessi. Ma c’è un problema assai più contingente e pratico. E cioè che queste diete sono diete “fai-da-te”, basate su luoghi comuni, indicazioni di pseudo-esperti o, peggio ancora, sulla “tuttologia” diffusa in internet, insomma, prive dell’inispensabile controllo medico. Problema che, in Italia, è diffuso maggiormente tra gli adolescenti intenzionati a perdere peso: il 68% di loro, secondo un’indagine del Centro Studi Tisanoreica e dell’Università di Padova, è “caduto” nella trappola della “self-diet” e del trattamento dimagrante improvvisato: nel 2010 oltre 1 ragazzo su 5, di età compresa fra i 13 e i 19 anni, afferma di aver fatto una dieta dimagrante, ma solo il 32% si è rivolto a un medico per ritrovare la forma. Il risultato è una grande massa di giovani che si sottopongono a regimi alimentari rigidi ma non controllati, provati dal 35% dei ragazzi e dal 43% delle ragazze, che spesso coincidono con un digiuno totale e prolungato, con conseguenze spesso molto gravi, in primis disturbi alimentari come anoressia e bulimia. E non è tutto: oltre i due terzi dei giovani che hanno seguito regimi dietetici “fai-da-te” non solo hanno ripreso il proprio peso ma, nel giro di qualche anno, si sono ritrovati più grassi di prima a causa del classico “effetto yo-yo”. Questo perché gli alimenti scelti per le diete - apparentemente innocui - possono trasformarsi in pericolosi nemici della salute, proprio perché la loro esclusiva assunzione priva l’organismo della razione alimentare quotidiana di altre sostanze indispensabili. Gli effetti più comuni? Danni anche gravi al metabolismo, alle funzioni renali, complicazioni per la pressione sanguigna, ma anche scompensi psicologici come ansia e stati depressivi. Tutto questo, in un Occidente che consuma la maggior parte delle risorse alimentari del pianete, si può ben considerare come uno dei pericoli maggiori, come ha decretato l’Organizzazione Mondiale della Sanità: dei 57 milioni di morti all’anno per cause legate alla salute, il 59% è imputabile a malattie derivanti da un errato stile alimentare. Secondo le ultime statistiche pubblicate dall’autorevole rivista scientifica americana “The Lancet”, in meno di 30 anni il tasso di persone obese nel mondo è raddoppiato, con una percentuale del 9,6% per gli uomini e del 13,8% per le donne. E in Europa? Sono ben 130 milioni le persone affette da obesità (1 adulto su 2, quasi 1 bambino su 3), mentre il 53% della popolazione complessiva è in sovrappeso, come confermano i dati ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. In Italia, per ora, la situazione è leggermente meno grave rispetto alla media europea (il 35% della popolazione risulta in sovrappeso ed il 10,7% è obesa) ed è per questo che le istituzioni hanno scelto la strada della prevenzione. Trascorso il 2010, indicato come l’anno di lotta all’obesità, il 2011 concentrerà gli sforzi su una fascia particolarmente colpita da questa piaga, ossia il target infantile. In campo strutture sanitarie locali, esperti di nutrizione e, soprattutto, i medici di base, primo referente per le famiglie e fidati consiglieri in grado di fornire al proprio assistito un ventaglio di soluzioni dietoterapeutiche moderne e diversificate. Ma il primo e fondamentale passo, per chi vuole perdere peso, resta quello di consultare un medico prima di scegliere un metodo per dimagrire. Per migliorare il proprio stato fisico non serve una dieta “fai-da-te”, ma semmai una cultura della prevenzione.

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