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PERSA LA BATTAGLIA DEL CIOCCOLATO, L’ITALIA SI PREPARA ALLA “GUERRA” IN DIFESA DEL SUO MIELE

Dopo aver perso la battaglia del cioccolato, in seguito alla clamorosa sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha condannato il nostro Paese (insieme alla Spagna) per aver vietato la commercializzazione con la denominazione “cioccolato” dei prodotti contenenti sostanze grasse vegetali diverse dal burro di cacao, l’Italia si prepara a combattere la “guerra” in difesa del suo miele. Se d’ora in avanti dovremo rassegnarci a mangiare cioccolato (o presunto tale) contenente chissà quali grassi vegetali invece del pregiato burro di cacao, è ancora possibile lottare per vedere riconosciuto dall’Unione Europea il nostro miele “Vergine Integrale” come STG (Specialità Tradizionale Garantita). Le strategie d’azione per portare a buon fine questa difficile battaglia, fondamentale per il futuro dell’apicoltura italiana, saranno messe a punto a Zafferana Etnea, in Sicilia, una delle capitali del miele d’Italia, dal 12 al 16 febbraio, al convegno annuale degli apicoltori professionisti.
«La denominazione “Vergine Integrale” - spiega Francesco Panella, presidente dell’Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani - è importante perché permette una riconoscibilità del miele rispetto a produzioni di minor qualità provenienti da Paesi extracomunitari: basti pensare al caso del miele arrivato dalla Cina, contenente antibiotici. L’iter di riconoscimento del nostro miele sta andando avanti, la richiesta è attualmente (e finalmente) al vaglio della Commissione Europea, ma rischia nuovamente di naufragare a causa dell’opposizione organizzata dai grandi importatori e dagli industriali del miele».
L’Italia - che nel suo variegato territorio produce decine di mieli diversi - da decenni si batte affinché i consumatori possano riconoscerne qualità e tipicità. Nel 1982, con legge dello Stato, venne formalizzata la tradizionale dizione “Miele Vergine Integrale” a garanzia delle caratteristiche di naturalità dei mieli. Dizione che qualche anno fa è stata soppressa, con gran soddisfazione degli industriali del miele, su imposizione di Bruxelles. Nel 1995 i produttori italiani di miele di qualità avevano intanto presentato alla Comunità Europea la richiesta di Specialità Tradizionale Garantita, ai sensi dei regolamenti comunitari per la qualità e tipicità (Dop, Igp, Stg).
Gli apicoltori italiani hanno intanto lanciato, d’intesa con Legambiente, il Manifesto del Miele, importante momento della campagna di sollecitazione per il riconoscimento del “Vergine Integrale” come Specialità Tradizionale Garantita: a sostegno dell’iniziativa sono già scesi in campo personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’ecologia: da Dario Fo a Maurizio Costanzo, da Carlo Petrini di Slow Food a Franca Rame, da Michele Serra a Giorgio Celli, da Ermete Realacci di Legambiente al presidente del Comitato di Bioetica Giovanni Berlinguer, insieme a molte migliaia di semplici cittadini (per firmare: www.legambiente.it).

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