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Pesce a Natale sì, ma nel segno della sostenibilità: per cucinarlo tutto e non buttare via niente si può iniziare con lische tostate per aperitivo, proseguire con una zuppa anti-spreco e un salame di avanzi di specie diverse. Ecco l’ecocucina del Wwf

Anche a Natale, e soprattutto in occasioni come le Festività in cui il cibo la fa da padrone e capita di eccedere in quantità, si può cucinare e banchettare con responsabilità. Con il pesce, per esempio: è il prediletto in molte tavole, dalla Vigilia a Capodanno, ma perché non consumarlo con un occhio alla sostenibilità?
Si può iniziare con un aperitivo di lische tostate, quelle dei pesci piccoli, prima passate in farina; quindi, proseguire con una classica zuppa di pesce, ma anti-spreco, a base di quello che di solito si butta via, teste e lische comprese, cucinate nella pentola a pressione; infine c’è anche il salame di pesce, preparato con gli avanzi di ogni tipo di pesce, dai molluschi ai crostacei, servito freddo con salse ed erbe fresche. In vista del cenone di Natale, ecco i consigli di ecocucina del Wwf, che lancia anche in Italia la campagna europea Fish Forward per sensibilizzare i consumatori sulla necessità in questi giorni di banchetti, di consumare pesce in modo sostenibile, con lo slogan “Niente è orribile come l’eccesso di pesca. Fai la differenza, scegli il pesce sostenibile”.
Il Wwf ricorda che il 61% degli stock ittici mondiali sono sfruttati e il 29% sono sovrasfruttati. La campagna, distribuita su Tv, stampa e online, fa parte del progetto triennale del Wwf Mediterraneo sul consumo sostenibile del pesce realizzato nell’anno europeo dedicato allo sviluppo, l’European Year for Development 2015, che vuole aumentare la consapevolezza su quanto la scelta del pesce possa impattare sul pianeta e soprattutto sui Paesi in via di sviluppo; può infatti ridurre gli impatti su oceani e mari e assicurare posti di lavoro per pescatori, trasformatori e commercianti nel lungo periodo; questo, sapendo che l’Europa è il più grande importatore di pesce al mondo, con il 50% che arriva dai paesi in via di sviluppo.
Info: www.fishforward.eu/it

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