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PETRINI: “LA POLITICA DEL VINO AI VITI-VINICOLTORI. A BRUXELLES NON DEVONO COMANDARE LE MULTI-NAZIONALI”. QUALITÀ, DIVERSITÀ, TERRITORIO: ELEMENTI VINCENTI DI VIGNERONS D’EUROPE. MARTINI (REGIONE TOSCANA): “STARE DALLA PARTE DEI PICCOLI PRODUTTORI”

Italia
Il vino espressione del territorio

“La politica del vino deve essere fatta dai vitivinicoltori”: è il messaggio che Carlo Petrini, presidente Slow Food, ha lanciato oggi in Toscana, a Montecatini Terme, a “Vignerons d’Europe” (5/7 dicembre), dove si sono dati appuntamento quasi mille vignaioli provenienti da 20 paesi europei (dalla Francia alla Georgia, passando per la Germania, la Spagna fino alla Romania) per discutere di produzione vitivinicola ed arrivare a stendere un manifesto europeo per la vitivinicoltura sostenibile.
“A Bruxelles comandano le multinazionali. Noi dobbiamo contrapporre questa nostra multinazionale virtuosa di piccoli produttori. I vignerons e i contadini per aver peso nella politica europea devono fare sistema. È necessario che si rapportino con i ristoratori, i vari attori del settore e soprattutto con i consumatori, che io amo chiamare coproduttori, in quanto soggetti informati, attivi e responsabili. Noi oggi qui riuniti ci confrontiamo, scopriamo le diverse culture per creare una rete e superare i limiti del nazionalismo dei vignerons, troppo parcellizzati, forti sul territorio, ma con poca voce in capitolo a livello europeo. Creando questo movimento di piccoli produttori potremo far valere le nostre istanze basate su rispetto di identità, sostenibilità, qualità, tradizione ed economia locale. Questa è la nostra filosofia, una politica slow, ma con piede fermo”.
I piccoli vignaioli stanno a cuore anche al presidente della Regione Toscana Claudio Martini, “un politico - ha detto Petrini - che viene ad ascoltare la ragioni dell’agricoltura e della viticoltura, cosa che dovrebbero fare anche ministri, deputati, senatori e politici e i burocrati dell’Unione Europea”: “il vino è un segno distintivo dei nostri territori, un punto di forza. Le belle cose della Toscana - ha detto il presidente della Regione Toscana Claudio Martini - sono l’arte e la cultura, il paesaggio, la gastronomia e il vino. Ma il vino è la punta di diamante di un’agricoltura che attraversa una crisi di cui nessuno parla, e di cui ci accorgiamo solo quando agricoltori esasperati a causa dei suoi effetti, manifestano in strada. Ma il tema delle difficoltà dell’agricoltura non viene mai discusso, nonostante sia un settore fondamentale per le nostre regioni. Parlo non solo da Presidente, ma anche da assessore all’Agricoltura della Toscana. L’agricoltura oggi è tutela del territorio, una possibilità per continuare a vivere nei paesaggi rurali e montani, una nuova fonte di energia e soprattutto uno straordinario patrimonio culturale. I piccoli produttori, che sono anche i più colpiti dalla crisi, posseggono un patrimonio di tradizione che non deve essere perduto, e che ha bisogno del nostro sostegno. Questo è il messaggio che la Toscana vuol dare in questa occasione”.
I piccoli vignerons hanno una grande importanza in Europa: “noi vignerons (che sono coloro che coltivano la loro vigna, ne raccolgono l’uva, la lavorano in cantina e infine vendono il proprio vino, controllando quindi l’intera filiera e potendo garantirne il percorso qualitativo, ndr) in Europa abbiamo un ruolo sociale ed economico, garantiamo la continuità tra terroir e prodotto, preserviamo paesaggi e cultura, eppure a livello europeo siamo gravemente minacciati. Sotto il nome accattivante di “armonizzazione legislativa” si vorrebbe inglobare il vino nei regolamenti applicati per gli altri prodotti alimentari, senza attenzione per le specificità. Etichettando il vino solo con un marchio e l’indicazione di ingredienti e calorie, si perde la possibilità di valorizzare il produttore come legame forte con il territorio, e questo legame deve essere chiaro. Non si può slegare il vino dal concetto di origine”. Sono le parole del francese Xavier de Volontat, presidente della Confédération Européenne des Vignerons independents, che oggi in Toscana a “Vigneron d’Europe” si è fatto portavoce delle preoccupazioni dei piccoli vignaioli, rispetto alle recenti politiche europee, sempre più alle prese con una crisi.
Il tedesco Hansjoerg Rebholz ha poi messo l’accento sulla necessità di costruire una rete basata sulla sostenibilità ambientale della vitivinicoltura.“La competizione imposta dalla globalizzazione impone di cooperare e di aprire la strada a un nuovo approccio verso i consumatori, acuendone la comprensione del nostro lavoro. Abbiamo un obbligo nei confronti delle generazioni future, ed è quello di garantire suoli e paesaggi integri. Sostenibilità ambientale ed ecologia ci rendono attori di primo piano nella lotta ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale”.
Vignerons d’Europe è uno degli eventi più importanti di “Vignaioli & Vignerons”, organizzato da Slow Food, Fondazione Sistema Toscana, Arsia e Regione Toscana in collaborazione con la Provincia di Pistoia e il Comune di Montecatini.

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