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PIL: L’AGRICOLTURA È L’UNICO SETTORE CHE CRESCE, MA IMPRESE OPPRESSE DA COSTI. PAROLA ISTAT. CIA: “PER SVILUPPO SERVE NUOVA POLITICA”. E “L’ ISTAT NON DEVE TRARRE IN INGANNO: SITUAZIONE DIFFICILE E CON IMU ...”. COLDIRETTI: “28 MILIARDI DI EURO ...”

“L’agricoltura è l’unico settore produttivo che cresce. Il valore aggiunto, secondo le prime stime, torna a salire e ciò dimostra che il mondo agricolo, nonostante le tante difficoltà, è ancora dinamico e vitale. L’incremento (che l’Istat non ha quantificato) non deve, tuttavia, trarre in inganno. Le imprese continuano a essere in grande affanno sempre più strette da pesanti costi produttivi e gravosi oneri contributivi e burocratici, che con la manovra del governo Monti cresceranno ulteriormente. Mentre i prezzi praticati sui campi, dopo un momento di ripresa, segnano di nuovo un calo. Oltretutto non sono stati recuperati i crolli negli ultimi anni. Per questo sollecitiamo misure in grado di dare concreti sostegni agli imprenditori che vedono ridurre redditi e competitività. Occorre soprattutto un rinnovato progetto di politica agraria nazionale, indispensabile per affrontare le sfide poste dall’ormai prossima riforma della Pac”. Lo sottolinea il presidente della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, Giuseppe Politi a commento dei dati preliminari del Prodotto Interno Lordo (Pil).
“Il segno positivo non sgombra il campo dai tantissimi problemi che oggi - aggiunge Politi - condizionano l’agricoltura italiana. La situazione delle imprese resta critica. Il dato non rischiara per nulla il cupo scenario che ancora incombe sul settore. Per questo motivo rinnoviamo le nostre sollecitazioni al governo a guardare con maggiore attenzione ai problemi degli agricoltori italiani sui quali pendono minacciosi l’Imu sui fabbricati rurali e l’aumento degli estimi catastali dei terreni agricoli. Per non parlare del caro-gasolio che sta mettendo in ginocchio i produttori”.
“Negli ultimi dieci anni -avverte Politi- più di 500 mila imprese agricole, in particolare quelle che operavano in zone di montagne e svantaggiate, hanno chiuso i battenti. Solo nel 2011 più di 25.000 sono andate fuori mercato. Il rischio è che, se non si adottano precisi provvedimenti, nei prossimi 3/4 anni, altre 250.000 aziende rischiano di cessare l’attività”.
“E’, dunque, necessario che vengano adottate politiche nuove tese a valorizzare e sviluppare l’attività imprenditoriale agricola. Oltre alle misure urgenti per rivedere l’Imu in agricoltura e alleggerire il carico del costo oneroso del gasolio, riproponiamo al governo - conclude il presidente Cia - le nostre priorità: una rinnovata politica agraria, la Conferenza nazionale sull’agricoltura, la programmazione degli interventi e una concertazione alla quale restituire spessore e legittimità”.

Focus - Coldiretti & Pil: agricoltura in controtendenza il valore aggiunto dell’agricoltura sale a 28 miliardi di euro nel 2011
In controtendenza rispetto all’andamento economico generale il valore aggiunto dell’agricoltura cresce nel 2011 rispetto al 2010 e raggiunge un valore superiore ai 28 miliardi di euro, grazie agli aumenti tendenziali fatti registrare nel primo, secondo e quarto trimestre dell’anno. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sulla stima preliminare del Pil nel 2011. Ma il leggero aumento del 2011 rischia di essere vanificato, sottolinea la Coldiretti, dalle perdite subite dal settore nel 2012 che è iniziato con un crollo dei prezzi pagati agli agricoltori e dai danni del maltempo che hanno tagliato le produzioni.
Sulla base di un’analisi Coldiretti su dati Ismea a gennaio 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011 si è verificata una flessione complessiva dei prezzi agricoli del 3%, con un ribasso del 9% per le coltivazioni e un aumento del 4% delle produzioni da allevamento. Nell’intero comparto, gli ortaggi con il calo del 25% sono quelli che hanno fatto segnare la peggiore performance, ma una flessione del 19% si registra per l’olio di oliva, del 12% per i cereali e dell’8% per la frutta. Un crollo record del 25% nei prezzi pagati agli imprenditori agricoli a gennaio 2012 è stato fatto registrare per gli ortaggi.
A rendere più pesante il crollo dei prezzi alla produzione dell’inizio dell’anno sono stati, continua la Coldiretti, i gravi danni subiti dal settore agricolo a seguito dell’ondata di maltempo che ha procurato perdite stimate in mezzo miliardo per l’intera filiera. Ai danni immediati determinati dalla distruzione delle colture in campo nei magazzini o nei tir per il blocco delle attività vanno sommati, continua la Coldiretti, quelli strutturali con il crollo di intere strutture produttive, dai capannoni alle stalle con la distruzione di macchinari e la morte di migliaia di animali allevati, tra mucche, pecore, cavalli, conigli e polli. Il conto per l’agricoltura, conclude la Coldiretti, potrebbe salire in misura esponenziale perché con le temperature al di sotto dei dieci gradi per più giorni rischiano di essere compromesse anche i circa 100 milioni di piante di ulivo coltivate nelle zone interessate dal maltempo, al pari di quanto è avvenuto con le gelate del 1985.

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