Sono giorni difficili per il settore turistico italiano, un comparto che da solo vale il 5% del Pil, ovvero 90 miliardi di euro e in grado di smuovere, in modo diretto o indiretto, 3,5 milioni di persone. Le disdette, per una stagione prossima a partire, si stanno moltiplicando ma gli operatori del settore non intendono alzare bandiera bianca. D’altronde anche un certo tipo di comunicazione, basata sull’allarmismo, sta creando problemi: informare nel modo giusto è il primo passo per far tornare la serenità e gettare le basi per una scelta consapevole. Turismo Verde, l’associazione per la promozione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani, lancia un appello a cittadini e istituzioni a non lasciare soli gli agricoltori e gli agrichef, che sono un patrimonio del Made in Italy. “L’agriturismo non si ferma. L’emergenza Coronavirus non deve essere sottovalutata, ma neppure ingigantita. Fatte salve le precauzioni indicate, non bisogna aver paura di scegliere le attività ricettive in campagna. Occorre sostenere le aziende agricole e agrituristiche di tutta Italia, che assicurano un ambiente sano e incontaminato, attività a contatto con la natura e soprattutto prodotti e cibi genuini, sicuri e di qualità garantita”. Un richiamo alla normalità dopo la tempesta che si è riversata sul turismo nazionale. Regioni come Lombardia e Veneto hanno accusato il colpo con disdette di massa ma un po’ in tutto lo Stivale la situazione è difficile. E ciò con le festività di Pasqua alle porte, uno dei periodi in cui il settore turistico lavora di più. Turismo Verde Cia parla di una riduzione fino al 50% delle richieste di soggiorno. E adesso servono gli aiuti per ripartire. “I provvedimenti presi dal Governo vanno nella direzione giusta, ma è chiaro che serve un intervento strutturale e di lungo periodo che sostenga le imprese e rilanci l’economia dei territori, partendo da quelli più danneggiati dall’epidemia. Per gli oltre 23.000 agriturismi italiani, servono sospensioni dei contributi previdenziali e dei pagamenti delle rate dei mutui per un periodo non inferiore a 12 mesi. Allo stesso tempo, occorrono incentivi che rilancino il settore, con adozione di coupon a parziale rimborso spese, detrazioni fiscali e sospensione della tassa di soggiorno, nonché un piano di promozione straordinario. Non da ultimo -conclude Turismo Verde Cia - bisogna tutelare il Made in Italy agroalimentare, che è tra i più controllati al mondo, da pratiche sleali che mettono in cattiva luce le nostre eccellenze”.
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