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PIÙ ACCISE SUGLI ALCOLICI: LO PREVEDE UN EMENDAMENTO AL DECRETO LEGGE SUI PAGAMENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. MA LE ORGANIZZAZIONI DI CATEGORIA, DA FEDERVINI AD ASSODISTIL, DA ASSOBIRRA A ISTITUTO NAZIONALE GRAPPA DICONO NO

Non Solo Vino
Più accise sugli alcolici

Nonostante gli sforzi imposti agli italiani, le casse dello Stato vanno rimpinguate, e si torna a parlare, in un emendamento al decreto legge sui pagamenti della Pubblica Amministrazione in via di conversione in legge alla Camera, dell’ipotesi di alzare le accise sugli alcolici: spiriti, birra, ma anche vermouth, vini aromatizzati e vini liquorosi. Per ora, dunque, almeno il vino sarebbe escluso. Non dimeno, è arrivata la levata di scudi da tutte le organizzazioni di categoria: da Assodistil ad Assobirra, all’Istituto Nazionale Grappa.
E Federvini, la “Confindustria” del beverage italiano, ha già scritto al Ministro dell’Economia Saccomanni, segnalando come sarebbe una misura dannosa oltre che inutile, visto il calo dei consumi, che hanno portato ad una diminuzione del gettito da accisa del -8% nel 2012, e del -5% nei primi 2 mesi del 2013. E per l’Istituto Nazionale Grappa, che cita dati del Ministero dell’Economia, nel 2012 si sarebbe addirittura raggiunto il minimo storico delle entrate derivanti dall’accisa sulle bevande alcoliche, con una decrescita del 22% sul 2006, anno dell’ultimo incremento dell’imposta, che ha fatto diminuire il gettito di ben 150 milioni di euro in soli sei anni.
Un dato in netto contrasto a quanto previsto dall’emendamento, per altro, che prevede un aumento delle aliquote delle accise su prodotti alcolici e alcool etilico al fine di assicurare alle casse dello Stato un gettito complessivo pari a 26 milioni di euro nel 2013 e addirittura 45 milioni di euro annui a partire dal 2014. Facile dedurre, poi, che un ulteriore aumento di tassazione, che si rifletterebbe o in una compressione dei margini o in un aumento dei prezzi poco “digeribile” dal mercato in questa fase, porterebbe con ogni probabilità ad una riduzione dei consumi, che colpirebbe soprattutto le tante piccole e medie imprese del settore. Un dibattito che si riapre, per altro, proprio mentre la Corte dei Conti, tra l’altro, ha “bocciato” gli ultimi atti del governo Monti, dal dl sviluppo alla legge di stabilità, evidenziando che per le coperture sarebbe stato previsto in modo improprio anche l’utilizzo di proventi di giochi e accise dal gettito “non affidabile” ...

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