È in ripresa il settore dell’ospitalità italiana: cresce il numero dei ristoranti, superando quello dei bar, e cresce il loro fatturato sul 2015. Aumenta anche la voglia di pasta, sia fra gli italiani, i maggiori consumatori al mondo, che all’estero: volano così i valori di produzione ed export. Ecco l’istantanea del settore scattata dall’edizione n. 37 di Tirreno C.T., la fiera di riferimento per l’ospitalità di scena a Carrara fino al 22 febbraio (www.tirrenoct.it).
Nel terzo trimestre del 2016 l’indice del fatturato di bar, ristoranti e mense è stato pari a 102,1, segnando una variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente del +3,7%,come emerge dai dati della Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che rafforza la modesta performance dei primi sei mesi dell’anno portando a +2,1% l’incremento nominale nel periodo fra gennaio e settembre 2016 sullo stesso periodo del 2015. Il numero del totale italiano di ristoranti, che ha superato quello dei bar, ammonta oggi a 172.688, con la Lombardia che guida la classifica delle Regioni, a quota 24.059 locali (il 13,9% del totale), seguita da Lazio (19.465, 11,3% del totale), Campania (16.133, 9,3% del totale), Emilia Romagna (13.021, 7,5%), Toscana (12.613, 7,3%) e Piemonte (12.526, 7,3%).
Ma c’è anche un altro settore in crescita che riguarda da vicino la ristorazione italiana e mondiale, quello della pasta, della sua produzione, esportazione e consumo, tutti e tre valori in crescita. La produzione di pasta è infatti aumentata negli del 57%, passando da 9,1 a 14,3 milioni di tonnellate. Sono 48 (+77%) i Paesi a produrne in quantità accettabili (oltre 1.000 tonnellate) e ben 52 (erano 30 diciotto anni fa) quelli che ne consumano almeno 1 chilogrammo pro capite all’anno. Secondo l’Istat l’export è cresciuto per il dodicesimo anni consecutivo, con un balzo del 6% nel 2016, pari ad un totale di 2 milioni di tonnellate di pasta e un valore di oltre 3 miliardi di euro (+5%), secondo l’Aidepi - Associazione delle Industrie e del Dolce e della Pasta italiane. Le esportazioni riguardano il 50% dell’offerta, fatto che ha permesso al settore di non accusare troppo la crisi del 2008.
Per quanto riguarda i consumi, siamo il Paese che ne mangia di più: circa 30 chilogrammi pro capite all’anno. Ma anche negli altri Paesi i valori sono in crescita: Venezuela, Tunisia e Grecia, nonostante le diverse usanze culinarie, ne consumano fra i 10 e 15 chilogrammi all’anno. Seguono gli americani, gli inglesi e gli svedesi con circa 8 chilogrammi. Tra i Paesi che importano maggiori quantità di pasta italiana, rimane in top position la Germania, che ha visto un incremento in volume di oltre il 5% dal 2014, seguita poi da Francia, Giappone e Russia. Importante è pure l’Argentina che, per la forte presenza di italiani, ha raddoppiato la domanda del prodotto.
Cresce anche, da parte delle persone affette da celiachia e non solo, la richiesta di pasta “Gluten free”, trascinata da tutto il comparto dei prodotti senza glutine. Un segnale che arriva non solo dalle farmacie ma anche dalla Gdo e dai negozi specializzati: il giro d’affari registra aumenti del 32,1%.
Se diamo uno sguardo ai formati, invece, fra i 300 a disposizione, al primo posto c’è lo spaghetto: secondo i dati presentati da Barilla, è di gran lunga il più consumato (ha una quota del 14,4% sui volumi totali venduti in Italia). Nel podio poi le penne rigate (8,5%) e quindi i fusilli (7%) di derivazione araba, si sono diffusi dapprima nelle regioni meridionali, da cui partì l’espansione musulmana nel Mediterraneo.
Spazio anche alla pizza, con “Master Pizza Chef”, organizzato dall’Accademia dei Pizzaioli e con la gara “Giropizza d’Europa”, all’edizione n.13. E ancora, il concorso nazionale “Maitre dell’anno” della sezione Toscana Mare con Amira, e la seconda edizione del concorso “Master Barman”. Non mancheranno inoltre cioccolato, pasticceria moderna, cake design, painting cake, biscotti e gelato. Nel Forum tutti i giorni, poi, di scena dimostrazioni e lezioni di enogastronomia centrate su tradizioni locali ed internazionali con cultori, studiosi e professionisti del mondo della cultura culinaria.
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