Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha approvato oggi la proposta di decreto per promuovere la realizzazione di impianti agrivoltaici innovativi. L’obiettivo dell’intervento, previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), è installare almeno 1,04 gw di impianti agrivoltaici entro il 30 giugno 2026. Il testo è ora stato trasmesso alla Commissione Europea, dalla quale si dovrà attendere il via libera per l’effettiva entrata in vigore.
“L’autonomia energetica - spiega il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin - si costruisce anche puntando sulla vocazione agricola di una grande parte del nostro Paese. Oggi la sfida, che questo decreto interpreta con grande attenzione, è far coesistere nei campi l’eccellenza agricola con soluzioni nuove per generare energia pulita, aprendo opportunità di crescita del settore nel segno della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente. Assieme alle Comunità Energetiche questo è probabilmente uno dei provvedimenti più qualificanti per cambiare dal territorio il paradigma energetico del nostro Paese e guardare al futuro”.
Positiva la reazione di Confagricoltura: “il decreto - sottolinea il presidente dei prodotti di bioeconomia by Confagricoltura, Alessandro Bettoni - consentirà di supportare nuovi investimenti nella produzione di energia fotovoltaica in impianti realizzati su terreni agricoli, secondo modelli innovativi, su cui viene mantenuta e monitorata l'attività agricola. Si tratta di un provvedimento molto atteso dal settore, che potrà così avvalersi di specifiche risorse. Rispetto allo schema di decreto preannunciato nel giugno 2022, non possiamo che apprezzare il fatto che il decreto annunciato preveda uno specifico contingente (300 mw su 1.04 gw) dedicato alla realizzazione di impianti di potenza fino ad 1 mw realizzati da imprese agricole. Tale novità conferma il ruolo prioritario che assumono le imprese agricole nella produzione di energia rinnovabile e nella decarbonizzazione”.
Confagricoltura sottolinea, in una nota, di attendere di conoscere maggiori elementi in ordine al livello di incentivazione dell’energia immessa in rete, che si integrerà con l’aiuto in conto capitale al 40% annunciato dal Ministro, per esprimere valutazioni più puntuali da parte delle imprese.Allo stesso tempo l’organizzazione agricola sollecita la definizione della disciplina sulle aree idonee allo sviluppo delle Fer, sottolineando che molte aziende agricole ricadono in aree soggette a vincoli di diversa natura che impediscono la realizzazione di impianti fotovoltaici, benchè funzionali ai processi produttivi.
“Un tema, questo - continua Bettoni - su cui occorre fare una riflessione profonda se vogliamo che il settore agricolo raggiunga la propria indipendenza energetica”. Il decreto ministeriale prevede in particolare il riconoscimento di un incentivo composto da un contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili e una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete. Ad essere sostenute saranno in particolare soluzioni costruttive innovative, prevalentemente a struttura verticale e con moduli ad alta efficienza. Per promuovere la realizzazione degli interventi presso il mondo dell’imprenditoria agricola, per l’accesso alle procedure sono previsti due distinti contingenti di potenza: un primo contingente di 300 mw destinato al solo comparto agricolo per impianti di potenza fino a 1 mw, e un secondo aperto invece anche alle associazioni temporanee di imprese composte da almeno un soggetto del comparto agricolo per impianti di qualsiasi potenza.
Elemento fondamentale della misura, per garantire la realizzazione di progetti che generino benefici concorrenti agricoltura/energia e valutarne gli effetti nel tempo è il sistema di monitoraggio. É previsto che queste installazioni garantiscano la continuità dell’attività agricola e pastorale sottostante l’impianto per tutto il periodo di vita utile degli impianti e che siano monitorati il microclima, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture. Il Pnrr attribuisce a questo investimento risorse finanziarie pari a quasi 1,1 miliardi di euro. Gestore dell’intera misura e dell’accesso al meccanismo incentivante è il Gestore Servizi Energetici (Gse).
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