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POCHE CENE, TANTO PESCE E UNA BELLA COLAZIONE A BASE DI LATTE, FRUTTA, FETTE BISCOTTATE E MIELE: ECCO LA DIETA DEL CANDIDATO A PREMIER IN TEMPO DI ELEZIONI

In tempi di lista unica, ci vuole il minestrone. Almeno a tavola, dicono i nutrizionisti ai candidati all’avvio della campagna elettorale. “Tanta verdura e frutta mantiene attivi e schiarisce la voce” assicura il presidente dell’Istituto nazionale di ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) Carlo Cannella che raccomanda “poche cene e tanto pesce che protegge da problemi cardiovascolari e, da qui ad aprile, stop ai grassi perché siamo tanto appesantiti”.

Il futuro premier però “si vede dalla colazione”. La pensa così il nutrizionista Giorgio Calabrese pronto a scommettere che “sarà vincente chi fa una grande colazione, ricca di carboidrati, miele e fette biscottate, thé o caffè a seconda dei gusti e latte, meglio se parzialmente scremato. Attenzione a non dimenticare la frutta: appena alzati, a metà mattinata, nel pomeriggio e dopo i pasti principali è fondamentale fare il pieno di vitamine.

“La campagna elettorale - osserva Calabrese - è una maratona ricca di stress e irregolarità che possono anche provocare qualche malore fisico e ipotensione. Allora, se è difficile trovare a tavola un minestrone caldo, bisogna assicurasi un bel piatto di pasta a pranzo, sempre accompagnato da legumi. E’ il piatto unico - dice l’esperto - che mantiene in forma il candidato che deve accompagnare ogni pasto con la frutta da cui trarrà l’energia necessaria per conquistare il consenso degli italiani. Basta con le luculliane cene elettorali; la cena - a giudizio di Calabrese - dovrà essere easy: una sera pizza, una sera la caprese, l’altra bresaola o prosciutto cotto con le verdure. Il vino è ammesso, soltanto a cena e con moderazione: tanto non si è mai visto un candidato senza autista!”

Conquista tanti consensi anche nel mondo della ristorazione la dieta del candidato: “un’alimentazione sana, a base di pesce - dice Massimo Riccioli, patron del ristorante al “Pantheon La Rosetta” e della nuova rosticceria-gourmet di fronte al Senato - aiuta l’intelligenza che risalta in chi sceglie cibo autentico, corretto, senza accelerazioni chimiche, nè Ogm e, soprattutto, in chi è consapevole della fortuna tutta italiana di avere sul proprio territorio un patrimonio di 4.000 verdure, quando la varietà totale dell’Europa ammonta a 5.000. Un politico dovrebbe sempre tener presente questo, così come quanta cultura c’è nel cibo e nei ristoranti”.

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