Anche l’arrivo della prima giornata d’autunno, che, dopo un’estate lunga e siccitosa, si fa sempre più attendere, non fa ben sperare per la nuova stagione di raccolta del tartufo. Almeno per il momento: dalle Langhe alle Crete Senesi, da Acqualagna all’Umbria, senza piogge e con le temperature ancora troppo elevate, la “cerca” è iniziata in calo in quantità, con pochi esemplari e pezzature piccole, e, di conseguenza, con prezzi alle stelle (dai 3.000 ai 5.000 euro al kg). Lo dicono, a WineNews, i tartufai dei territori più vocati d’Italia, alla vigilia della “Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba” n. 91 (Alba, 9 ottobre-5 dicembre), evento di riferimento mondiale del prodotto made in Italy più pregiato, aspettando l’apertura delle Mostre-mercato più importanti e longeve del Belpaese. Ma se non c’è la quantità, come sempre - e su questo i cercatori sono fiduciosi - sarà la qualità che si prevede molto buona quando la stagione di raccolta entrerà nel vivo, a fare la differenza nel soddisfare una domanda mondiale che invece non conosce crisi.
Ad Alba, “capitale” delle Langhe Patrimonio dell’Unesco e del tartufo bianco, il cambiamento climatico si fa sentire sempre più, tanto da aver già spinto a posticipare l’inizio della Fiera, seguendo lo slittamento della stagione tartufigena che è sempre più lunga arrivando fino al nuovo anno. Per la gioia dei gourmet di tutto il mondo, ma anche perché la qualità, che è buona, come è noto migliora con il protrarsi della raccolta, che per il momento non è ricca di tartufi a causa di un’annata difficile, siccitosa e con davvero troppa poca pioggia, per cui i prezzi, alla vigilia dell’apertura del mercato più importante del settore, sono già sui 4.000-5.000 euro al kg, mentre è in corso quello della ristorazione e dell’horeca Proprio i cambiamenti climatici saranno al centro del dibattito della Fiera n. 91 dedicata al tema “Connessi con la natura”, con esponenti di spicco di diversi settori che si confronteranno sulle “Sostenibilità Incrociate”, facendo dialogare la cucina d’autore con l’alta finanza e l’innovazione digitale, artigianato d’eccellenza e alta moda, arte e musica, design e cultura.
Con il meteo che non cambia e l’autunno che non arriva davvero, portando con sé la pioggia tanto attesa ed un abbassamento delle temperature, nelle Crete Senesi, la partenza della stagione di raccolta non promette bene, perché si trovano pochissimi tartufi e piccoli, e questo fa prevedere prezzi che, a seconda delle diverse pezzature, potrebbero salire dai 3.000 ai 5.000 euro al kg, aspettando l’apertura della “Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi” n. 35 a San Giovanni d’Asso (13-14 e 20-21 novembre), la “città del tartufo” nel territorio del Brunello di Montalcino. Tutte le speranze sono riposte nella qualità che si prevede sarà buona.
Dalla Toscana alle Marche, la situazione nella Regione che vanta il maggior numero di cercatori (13.000, per una produzione di 50 tonnellate all’anno, e che ha lanciato Marcheterraditartufi.it, portale unico dedicato alla risorsa più preziosa del territorio, con testimonial Mister Roberto Mancini, marchigiano Doc), non cambia. Ad Acqualagna, aspettando la “Fiera Nazionale del Tarufo Bianco” n. 56 (24, 30 e 31 ottobre e 1, 6, 7, 13 e 14 novembre), la media delle temperature insolitamente alta ha fatto andare in sofferenza idrica la produzione, per la mancanza di pioggia, e la stagione di “cerca” è iniziata con pochissimi tartufi e prezzi che partono dai 2.500 euro al kg per le pezzature più piccole ed arrivano a 3.500 euro per le medio-grandi, mai così alti al cavatore, e destinati a salire ancora quando la raccolta entrerà nel vivo se la situazione non cambia. La qualità è buonissima, a giudicare dall’intensità dei profumi, perché il terreno asciutto e lo stress idrico non porta al degrado del tartufo, al contrario, ne aumenta, le potenzialità aromatiche.
Anche in Umbria, la raccolta non è partita bene per la scarsa quantità, con i tartufai che sperano che la situazione migliori con la luna nuova a metà mese. La qualità è abbastanza buona, e la riprova è nei prezzi altissimi che anche qui vanno dai 2.500 ai 3.500 euro al kg, anche se la “Mostra Nazionale del Tartufo Bianco” n. 41 di Città di Castello si aprirà solo il 29 ottobre e durerà fino al 2 novembre.
Ma non è tutta colpa del clima: da tempo ormai i tartufai italiani lanciano l’allarme perché le tartufaie stanno scomparendo, per l’abbandono delle campagne e la mancanza di cura dei boschi, facendosi promotori di progetti sostenibili, spesso coinvolgendo i viticoltori e gli agricoltori del territorio, in difesa del delicato ecosistema del tartufo, tra i più forti simboli di biodiversità. Perché anche, e soprattutto qui, sta la sua preziosità.
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