Dopo quello per il vino e per l'olio d'oliva, nascerà un marchio di qualità anche per il pane tradizionale italiano. Lo prevedono tre proposte di legge che mirano ad introdurre nell'ordinamento italiano la definizione di "pane tradizionale italiano". L'introduzione di questa definizione segue l'orientamento seguito da altri Paesi europei in materia di tutela di prodotti alimentari tipici e frutto di produzioni artigianali locali - é, ad esempio, il caso del cosiddetto "pain maison" francese - e mira sia a proteggere la produzione artigianale sia a tutelare i consumatori italiani e stranieri.
"Un'iniziativa - si legge nella relazione ad una delle proposte di legge - finalizzata a tutelare il patrimonio di tradizioni produttive artigianali legate alla cucina mediterranea, attraverso la precisa identificazione di un prodotto che, nell'impiego degli ingredienti e delle tecniche di produzione, possa rassicurare il consumatore sulla genuinità e sul rispetto di particolari tecniche artigianali".
Ma non solo: "l'introduzione della definizione di "pane tradizionale" rappresenterebbe un valido contributo a quella tutela del consumatore tanto decantata dalle direttive europee, dal momento che questa denominazione rappresenterebbe per il consumatore una garanzia sull'impiego di ingredienti base di tipo tradizionale, senza nulla togliere al pane prodotto con l'impiego di altri ingredienti che, tuttavia, si ritiene debba essere posto in vendita in scaffali diversi da quelli del pane tradizionale".
Le tre proposte, praticamente identiche, definiscono, in particolare, "pane tradizionale italiano" quello ottenuto "dalla cottura totale di una pasta lievitata, preparata esclusivamente con sfarinati di grano, acqua e lievito, con o senza l'aggiunta di sale comune e senza l'impiego di sostanze aggiuntive. Dunque, buona farina, acqua, sale, lievito rigorosamente naturale e nient'altro, visto che per poter apporre questo nuovo marchio di qualità al pane sarà vietato "utilizzare ingredienti contenenti sostanze geneticamente modificate" e qualsiasi additivo di tipo chimico". Anche il "pane di casa" potrà fregiarsi di questa etichetta, ma solo purché sia prodotto "secondo gli usi e le tradizioni locali". Il pane Doc italiano dovrà essere esposto in appositi contenitore così da renderlo chiaramente individuabile e distinguibile da parte dei consumatori. Dure le sanzioni per i panificatori chi abuserà del nuovo marchio di qualità: sarà, infatti, punibile per il reato di frode alimentare con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa da 500 a 2.500 euro. (Ansa)
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