“Per aumentare la concorrenza e contenere i prezzi che si moltiplicano dal campo alla tavola, nasce in Italia il primo farmers market permanente gestito dagli imprenditori agricoli che tutti i giorni offriranno direttamente, nel centro città, frutta, verdura, miele, formaggi, uova, vino e olio ottenuti nelle proprie aziende”. L’iniziativa è della Coldiretti, che a Taranto il 12 maggio, inaugura il primo mercato degli agricoltori sul modello americano dopo l’annuncio del presidente Antonio Catricalà dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato dell’apertura di una indagine per verificare le cause degli eccessivi rincari dai campi alle tavole dei beni alimentari.
Si tratta - precisa la Coldiretti - di una iniziativa concreta per affrontare il problema del costo eccessivo della filiera sollevato dall’antitrust, realizzata con il sostegno e la collaborazione delle associazioni dei consumatori (Adoc, Adiconsum, Federconsumatori, Codacons e Adusbef) con l’obiettivo di garantire un giusto reddito alle imprese agricole e di aumentare il potere di acquisto dei consumatori. La vera novità è rappresentata dal fatto che il mercato degli agricoltori - spiega la Coldiretti - ha sede permanente nel centro di Taranto dove saranno offerti esclusivamente alimenti locali, che seguiranno i cicli delle produzioni, a prezzi molto convenienti per i consumatori che potranno conoscere e acquistare direttamente dai circa trenta imprenditori agricoli che si alterneranno a seconda delle stagioni ai banchi di vendita.
Si tratta - afferma la Coldiretti - di una opportunità per i consumatori che possono così garantirsi acquisti genuini ed evitare la nota "moltiplicazione" dei prezzi dal campo alla tavola, ma anche di una occasione per le imprese agricole che possono vendere senza costose intermediazioni.
D’altra parte da una analisi della Coldiretti emerge che di circa 451 Euro al mese che ogni famiglia destina per gli acquisti di alimenti e bevande nel 2004 oltre la metà per un valore di ben 230 Euro (51 per cento) vanno al commercio e ai servizi, 135 (30 per cento) all'industria alimentare e solo 86 (19 per cento) alle imprese agricole.
Questo significa - sottolinea la Coldiretti - che mediamente i prezzi dal campo alla tavola aumentano di cinque volte anche se con differenze nei vari settori. Si tratta di una situazione che sta determinando - sostiene la Coldiretti - preoccupanti riduzioni nei volumi di acquisto di cibi e bevande come dimostra il calo dell'1 percento stimato dall'Ismea, negli acquisti familiari delle famiglie nel 2004, in un Paese come l'Italia che ha la leadership europea nella qualità alimentare.
Ma le differenze di prezzo tra produzione e consumo dimostrano anche - continua la Coldiretti - che esistono ampi margini da recuperare per consentire agli imprenditori agricoli nazionali di continuare a produrre alimenti sani e ai cittadini di approfittare delle proprietà di prodotti indispensabili per la salute.
Ed è anche per questo che la possibilità di acquistare direttamente nei Farmers’ Market è una realtà - riferisce la Coldiretti - in forte crescita negli Stati Uniti dove il loro numero è cresciuto nell’arco di cinque anni del 30% passando da circa 3000 agli oltre 3700 interessando anche il centro delle grandi metropoli come Manhattan a New York. E in Gran Bretagna - continua la Coldiretti - il fatturato realizzato dai "British farmers' market" ha raggiunto 264 milioni di Euro e il loro numero è raddoppiato negli ultimi due anni per raggiungere le 450 unità e 15 milioni di presenze di consumatori all'anno. In Italia la voglia di conoscere i cibi consumati e la necessità di stabilire uno stretto rapporto di fiducia negli acquisti alimentari ha favorito l’aumento degli acquisti diretti dal produttore (+10 per cento) che avviene tuttavia prevalentemente in azienda anche se si moltiplicano le partecipazioni degli imprenditori agricoli a mercati, sagre e feste di paese. Nel 2004, secondo una indagine di Agri 2000 si stima - riferisce la Coldiretti - che quasi tre italiani su quattro (71 per cento) abbiano fatto acquisti nelle centomila aziende agricole che vendono direttamente prodotti agroalimentari nonostante che in oltre la metà dei casi (53%) la distanza eccessiva dalle aziende è indicata come il principale ostacolo all'acquisto. Favorire l’apertura nelle piccole e grandi città di spazi di vendita fissi per consentire ai consumatori di acquistare direttamente dagli imprenditori agricoli rappresenta un impegno concreto, che gli enti locali possono assumere e che la Coldiretti intende incentivare in tutta Italia grazie alle opportunità offerte dalla legge di orientamento.
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