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PREZZI - COLDIRETTI: CONTRO RINCARI MERCATI AGRICOLTORI IN CITTA’ (- 30%). E’ BOOM IN FRANCIA, INGHILTERRA E NEGLI STATI UNITI, MA IN ITALIA ANCORA RITARDI SUL DECRETO

Non Solo Vino
Farmer Market ... all'italiana

“Favorire nelle città l’apertura di mercati gestiti direttamente dagli imprenditori agricoli delle campagne risponde alla crescente domanda dei consumatori di ridurre le intermediazioni, combattere la moltiplicazione dei prezzi, assicurarsi prodotti di qualità e di limitare l’inquinamento ambientale”. Lo afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “c’è un segmento crescente di mercato che, su scala mondiale, vuole acquistare prodotti freschi, naturali, del territorio, che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti e subire i lunghi tempi di trasporto prima di giungere sulle tavole”.
In Italia, nonostante i buoni propositi contenuti nella finanziaria, resta di fatto ancora inapplicata - sottolinea la Coldiretti - la norma per favorire la diffusione dei cosiddetti “Farmers Market” nelle città italiane a causa dei ritardi accumulati nell’emanazione dei previsti provvedimenti applicativi da parte del Ministero delle Politiche Agricole, che avrebbero potuto rappresentare un freno all’aumento dei prezzi annunciato per l’autunno. Non mancano, però, i consumatori che superano le difficoltà logistiche e vanno direttamente nelle aziende agricole ad acquistare.
Sulla base dei dati dell’Osservatorio nazionale sulla spesa in campagna promosso da Coldiretti e Agri 2000 quasi 7 italiani su 10 hanno fatto acquisti direttamente nelle imprese agricole giudicandoli in maggioranza convenienti con un aumento a 2,4 miliardi di euro del valore degli acquisti di vini, ortofrutta, olio, formaggi, e altre specialità.
D’altra parte - riferisce la Coldiretti - secondo una indagine di “Agri 2000”, l’aumento degli italiani che hanno fatto acquisti direttamente dagli agricoltori è giustificato anche da un risparmio atteso compreso dal 20% al 30%, ferme restando le superiori garanzie di freschezza e genuinità. Un fenomeno che riguarda i paesi più sviluppati anche dal punto di vista della distribuzione commerciale come Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti dove i cosiddetti “Farmers Market” sono una realtà in rapida espansione con il loro numero che è cresciuto nell’arco di cinque anni del 30% passando da 3.000 agli oltre 3.700 interessando anche le aree di prestigio di grandi centri come New York e Los Angeles.
Nelle città della California l’appuntamento settimanale con il “Farmers Market” è diventato irrinunciabile per cittadini e turisti, ma anche per i locali negozianti che approfittano dell’aumento delle presenze sulle strade per incrementare le vendite.
Si tratta, dunque, di una realtà economica e occupazionale importante per le imprese, il territorio e l’intero Paese. Anche se da solo non basta per superare le diseconomie presenti nelle filiere dove per troppo tempo la politica agricola è intervenuta ritardando le necessarie ristrutturazioni, come purtroppo si cerca di fare anche con alcuni passaggi della riforma dell’ortofrutta appena approvata a Bruxelles. La vendita diretta in campagna è un fenomeno che già coinvolge 48.650 aziende agricole secondo la Coldiretti con 21.000 cantine aperte dove è possibile acquistare vino che, con il 41% delle aziende totali, è il prodotto maggiormente commercializzato direttamente, seguito dall’ortofrutta acquistata spesso lungo le strade durante gli spostamenti dell’esodo estivo con il 23,5%, dall’olio di oliva con il 16%, dalla carne e dai salumi con l’8%, dai formaggi comprati in malghe e caseifici con il 5%, mentre più ridotto è il numero di imprese che offrono miele (1%). Dall’analisi dei luoghi dove è possibile fare acquisti di prodotti della campagna emerge che - conclude la Coldiretti - 2 imprese agricole su 3 utilizzano locali adattati in azienda dove vengono anche utilizzate strutture di facile allestimento da sistemare lungo i confini con le strade più trafficate, mentre molto diffusa, con il 23,8%, è la partecipazione a mercati e fiere locali e con il 2,2% rimane ancora minoritaria l’apertura di punti vendita esterni situati ad esempio nelle città, ma anche la consegna a domicilio (2,4%) che spesso si affianca alle altre modalità di commercializzazione.

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