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PREZZI - UN PIANO ANTI RINCARI DAL CAMPO ALLA TAVOLA. LO SPIEGA LA COLDIRETTI

“A favorire la crescita dei prezzi nell’agroalimentare e il calo dei consumi sono soprattutto le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro”. Lo rileva Sergio Marini, presidente della Coldiretti, che sta lavorando ad una strategia per semplificare e razionalizzare la filiera per rispondere alle esigenze degli agricoltori e nell'interesse dei consumatori che hanno lanciato l’allarme sui rincari di autunno con un aggravio di 600 euro all’anno sui bilanci degli italiani.

“Vogliamo affrontare l’emergenza inflazione - afferma - con un piano che vede il coinvolgimento, oltre che delle imprese agricole, del sistema dei consorzi agrari (Assocap), dai quali passa oltre il 40% dei mezzi tecnici, lo stoccaggio e la trasformazione dei prodotti, di CoopColdiretti (sono 1300 ad oggi le cooperative socie di Coldiretti) e del sistema dei farmers market. Per la definizione del piano auspichiamo, e in tale maniera ci attiveremo, la fattiva e necessaria partecipazione del sistema della trasformazione artigianale e industriale e della piccola e grande distribuzione. Il nostro progetto, che intendiamo presentare al Governo nei prossimi mesi vuole essere l’impegno concreto di Coldiretti per il rilancio dei consumi e il contenimento dell’inflazione legata all’alimentare nel nostro Paese”.

Per effetti del caro prezzi gli acquisti di prodotti alimentari delle famiglie italiane sono in una fase di preoccupante stagnazione e fanno segnare una crescita pari allo zero, nel primo semestre 2008 sullo stesso periodo del 2007, secondo quanto emerge da una analisi della Coldiretti, svolta sulla base dei dati Ismea Ac Nielsen relativi ai primi sei mesi del 2008.

L’aumento dei prezzi - sottolinea la Coldiretti - incide sopratutto sugli anziani e sulle famiglie numerose con le coppie con tre o più figli e le persone con più di 64 anni da sole o in coppia che destinano ben il 21,9% della spesa complessiva agli alimentari. Si tratta di segmenti della popolazione particolarmente sensibile agli effetti dell’inflazione che ha provocato nel 2008 un forte aumento dei 467 euro al mese che mediamente ogni famiglia italiana destina alla spesa alimentare.

Le principali voci di spesa alimentare - rileva la Coldiretti - sono nell’ordine carne per 106 euro, frutta e ortaggi per 84 euro, pane e pasta per 79 euro e latte, uova e formaggi per 64 euro. In Italia, al momento attuale, per ogni euro speso nell’acquisto di prodotti alimentari, 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dall’industria alimentare e solo 17 servono per remunerare il prodotto agricolo.

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