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Prima degli esami? Un bel piatto di pasta, aiuta la concetrazione, tranquillizza, regola la fame, fa stare svegli ed attenti. Parola dell’Aidepi. Il nutrizionista: “Non esiste una vera e propria dieta per il cervello, ma alcuni cibi possono aiutarlo”

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Un bel pasto di pasta ... prima degli esami: dicono i nutrizionisto

Alla vigilia degli esami, riti, scaramanzie ma anche una maggiore attenzione alle buone abitudini salutari ed alimentari sono d’obbligo per superare le fatidiche prove. E se è vero che le ultime ore prima di affrontarle si passano soprattutto sui libri, è altrettanto vero che gli esami si preparano anche a tavola, perché una corretta alimentazione aiuta a trovare lo sprint e la concentrazione adatti.
“Non esiste una vera e propria dieta per il cervello, ma ci sono alcuni cibi che possono migliorare la concentrazione, rafforzare la memoria, incrementare la lucidità mentale e conservare la capacità di pensiero - spiega il nutrizionista Pietro Antonio Migliaccio - il cervello è la nostra centrale operativa, invia, riceve e interpreta i messaggi per fare tutto ciò, consuma ben il 20% delle calorie ingerite ogni giorno e ha bisogno di un apporto regolare di zuccheri attraverso il sangue. Per farlo funzionare al meglio, è quindi utile non farsi mancare i carboidrati a lento rilascio di zuccheri, contenuti soprattutto in pasta, patate, pane e cereali. Il consumo di questi carboidrati complessi garantisce energia a cessione lenta e costante, favorendo l’attenzione e la concentrazione per tutta la giornata”. Un bel piatto di pasta, poi, ricorda l’Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane tranquillizza, regola la fame, fa stare svegli ed attenti.
“Oltre a ciò - aggiunge il nutrizionista - è importante rispettare il giusto apporto di macronutrienti giornalieri, facendo in modo che nel conteggio delle calorie giornaliere tra il 55 e il 60% provengano da carboidrati, tra il 12 e il 15% da proteine e meno del 30% da grassi. Una carenza di zuccheri nel sangue, inoltre, rende più aggressivi, tesi e irritabili. Un bel piatto di pasta, invece, fornisce energia al cervello e alza il livello della serotonina, neurotrasmettitore in grado di regolare umore, fame e sonno”.
“Alcune ricerche scientifiche, come lo studio condotto presso la Tufts University di Boston - sottolinea l’Aidepi - hanno dimostrato che l’eliminazione dalla propria dieta di pasta, pane e carboidrati, può costituire un serio rischio per la memoria e la capacità di concentrazione. La pasta, inoltre, è un importante agente antistress, perché favorisce il rilascio della serotonina. Agli individui soggetti a un particolare stress, come può essere un esame, il livello degli zuccheri nel sangue si alza e si abbassa rapidamente, in modo irregolare. Gli zuccheri assunti, invece, sotto forma di carboidrati complessi, come quelli che si trovano appunto nella pasta, rilasciano gli zuccheri in modo lento, aiutando a ritrovare il giusto equilibrio”.

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